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L'Archeobiologia è la fusione di due discipline: Archeologia e Biologia. Durante uno scavo archeologico si rinvengono frequentemente resti organici, di origine vegetale o animale, diversamente conservati. Questi materiali, adeguatamente campionati, permettono di raccogliere informazioni specifiche, non ottenibili con l'indagine di altri tipi di reperti. Le campionature sono analizzate per identificare le specie e individuare i processi che hanno determinato l'accumulo dei resti. I dati prodotti sono uno strumento indispensabile per conoscere l'ambiente del passato e le strategie di sfruttamento delle risorse naturali; tali dati sono poi fondamentali per indagare l'evoluzione delle tecnologie e dei sistemi economici.
Lo studio dei resti scheletrici umani, sia da inumazioni che da incinerazioni, recuperati in necropoli o rinvenuti in singole sepolture, permette di approfondire la conoscenza delle popolazioni del passato, mirando in particolare alla ricostruzione del profilo biologico e dello stato di salute degli individui, e gli aspetti del rito funebre.
Per le strutture degli edifici storici e monumentali, gli arredi, diverse tipologie di manufatti di interesse etnografico, così come per l’esecuzione di molte opere d’arte, sono stati spesso impiegati materiali di origine organica: in primo luogo il legno, ma anche osso e avorio, tessuti, ecc. In occasione del restauro di queste opere è opportuno eseguire una caratterizzazione dei diversi tipi di materiali, l’identificazione delle specie impiegate e lo studio delle tecniche d’esecuzione. 1)
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