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Evoluzione

Premessa

Innanzitutto, non capisco perché nessuno abbia il coraggio di esprimersi attraverso i commenti (che sarebbero costruttivi per tutti e, magari, l’interazione reciproca potrebbe essere più proficua… al più che possono essere anche anonimi). Invece, ho ricevuto tantissime e-mail, alle quali non posso dare risposta una per una.

Tra le tante, questa (in estratto) di una carissima amica che mi dà lo spunto per questo articolo, essendo un argomento abbastanza comune.

«Ho letto il tuo ultimo articolo, con molto interesse, come il solito. Permettimi di essere un po’ timorosa (…) per quella che Tu definisci EVOLUZIONE»

Durante un’interazione è emerso anche questo: «L’altro giorno una persona del gruppo mi ha detto, ma tu capisci questi concetti?…» e questo mi ha rattristato, perché ho sempre ritenuto d’essermi espresso nel modo più semplice possibile. Per questo cercherò di esprimermi attraverso esempi che dovreste avere sott’occhio un po’ tutti…

Tenete presente, tuttavia, che la Verità è così semplice e alla portata di tutti che paradossalmente non la si vede. Questo è dovuto soprattutto a questo imposto sistema, sempre più frenetico, nel quale siamo volutamente immersi, affinché nessuno abbia il tempo per soffermarsi a ragionare. Beh! Se volete capire dovete trovare il modo di fermarvi, altrimenti anche quello che scriverò di seguito farete fatica a capirlo.

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Vediamo se riesco a farvi comprendere in modo semplice e, in poche pagine, l’altrettanto “semplice” complessità dell’Universo e i meccanismi che regolano l’erroneamente cosiddetta “Creazione”.

Allorché vi apprestate a realizzare qualcosa, la vostra casa per esempio, innanzitutto create nella vostra mente una o più immagini di come la vorreste. Sicuramente continuerete a fantasticare e aggiungerete, o toglierete particolari, oppure ancora li modificherete. Poi, immaginando che siate contemporaneamente dei bravi architetti, ne realizzerete un progetto, cioè sintetizzerete su carta l’immagine ideale della vostra casa, che potrà essere inizialmente redatta a mano libera su un qualsiasi foglio di carta (bozzetto), oppure direttamente su lucido da bravi professionisti.

In quanto progettisti, vuoi perché siete, come anzidetto, dei bravi professionisti, vuoi perché siete titubanti su certe soluzioni, realizzerete un progetto strutturale unico (la struttura portante) ma nello stesso tempo versatile, cioè capace di adattarsi a tante varianti, comprese le rifiniture.

Ora, immaginatevi degli eterni scontenti, o dei fantasiosi artisti, oppure ancora dei puntigliosi perfezionisti e, non avendo problemi di risorse, volete vedere su carta, quindi a progetto, tutti i prospetti (prospetto = disegno degli esterni della casa finita vista da tutte le angolazioni) che avevate immaginato in precedenza. Vi metterete, quindi, all’opera eseguendoli tutti e, una volta ultimati, li fisserete ai muri del vostro studio per avere una panoramica comparativa a 360°.

A questo punto gongolerete soddisfatti e vi direte: «Tutte le ipotesi possibili le ho messe su carta, adesso è ora di fare una scelta e di mettersi all’opera». Qui termina il vostro lavoro di progettisti e, ora, indossate le vesti dei proprietari della futura casa. Ma siete sempre voi! Ora, avete la possibilità di sceglierne uno tra i tanti.

Una volta scelto il progetto, non avete ancora la casa. Non potete abitare un progetto! Allora cominciate a porre in opera i materiali che lo concretizzeranno, ma la vostra eterna insoddisfazione vi farà apportare delle varianti. Queste varianti, come quasi sempre accade, si manifesteranno di continuo, anche come esigenze impreviste, soprattutto quando si entra nel vissuto quotidiano della casa stessa.

Sebbene, quando indossavate i panni dei progettisti, abbiate previsto una struttura portante versatile, non potete più stravolgere completamente il progetto che avete scelto, ma potrete apportare quelle varianti in corso d’opera, e/o post opera, che non vadano a sconvolgere il lavoro già fatto attraverso la scelta iniziale. In una parola, se avete scelto una casa rotonda, non potete pretendere che diventi quadrata né in corso d’opera, né dopo. Dovevate sceglierla quadrata all’inizio, perché le fondazioni, già realizzate, non sono più compatibili.

A questo punto, o demolite tutto, fondazioni comprese e cambiate il progetto, o andate avanti con il progetto per come lo avevate scelto, apportando solo quelle varianti che risultino compatibili.

Qualunque opzione scegliate: andare avanti col progetto, o demolire tutto e realizzarne un altro completamente diverso, dovete sempre tenere conto, a priori, dell’ambiente nel quale volete inserire la vostra casa. Se sarà in pianura avrà certe caratteristiche. In montagna saranno un po’ diverse, perché bisogna tenere conto, per esempio, della franosità del terreno. Se sarà sull’acqua, o prossima alla battigia, dovrà essere rialzata rispetto alle possibili mareggiate, ecc… ecc… Questo significa che lo stesso identico progetto avrà in ogni caso delle caratteristiche diverse in base all’ambiente nel quale sarà collocata l’intera struttura.

Ora, portando quanto sopra a un livello molto più alto e, continuando con esempi terra-terra, vedrete che i punti principali evidenziati non cambiano.

La maggior parte di voi è ormai assuefatta, da religioni ipocrite, all’idea che Dio sia qualcosa di estraneo da voi, di lontano e separato. Questo è affermato solo per giustificare la necessaria (secondo loro) presenza di questi “rappresentanti” impostori e sanguisughe. Oltretutto, ognuno di questi eclettici rappresentanti, afferma che solo il loro dio è quello valido, come accade quotidianamente anche quando andate in giro a fare compere.

Se, per esempio, andate a comprare un televisore, troverete esposte tante marche con altrettanti prezzi diversi, che vanno da importi modesti e abbordabili per tutti, a cifre astronomiche per lo stesso oggetto. Quello che fa la differenza, non è la tecnologia (ciò che veramente conta), che è la stessa, identica, medesima, in tutti, ma il nome! Allora sareste stupidi se spendeste una barca di quattrini per avere un’etichetta particolare apposta sullo schermo.

Lo stesso capita per l’abbigliamento. Se acquistate un capo d’abbigliamento in boutique, o dai cinesi, è la stessa cosa. Non ci sono più i bravi napoletani che sapevano imitare alla perfezione le firme dell’alta moda. Non servono più, perché l’alta moda fa fare i suoi modelli dove la manodopera costa poco e quello che trovate dai predetti cinesi, o nelle predette boutique, sono fatti nello stesso, medesimo, identico posto, dalle stesse, medesime, identiche sartorie. Quello che pagate, nelle boutique, a cifre da capogiro è solo quell’etichetta che identifica lo stilista che ha ideato il modello.

Allo stesso modo, quello che si paga a caro prezzo, per il fanatismo religioso fomentato dai vari rappresentanti, è solo il nome che hanno attribuito al loro dio che ognuno spaccia per vero, denigrando quello degli altri. In realtà, Dio è unico per tutti! E non potrebbe essere diversamente, perché tutto ciò che esiste nell’universo (noi compresi) è Dio. Le religioni stesse lo affermano e lo negano allo stesso tempo, contraddicendosi per puro interesse. Ma voi non ci fate caso.

Tanto per essere chiari, il Corano, il Kebra Nagast etiope e, quant’altro legato al cristianesimo scissosi: in Copto, Ortodosso e Cattolico, si fondano tutti sull’Antico Testamento ebraico. A sua volta, l’AT ebraico è una manipolazione tratta dalle tradizioni dell’antico Egitto, le quali hanno avuto una fonte ispiratrice, comune con quelle greche. In nessun caso, però, hanno a che fare con Dio, ma con umani virtuosi, o eroi divinizzati.

Quando fu tradotto dall’ebraico Elohim (o Eloim): «Bereshit bara Eloim et ashamaim vet harets», nella Vulgata e nella Nova Vulgata (le vecchie bibbie) fu indicato correttamente come: “Angeli” e non come Dio o Dei (si veda anche la nota nella bibbia C.E.I. 2008 a pag. 765 relativamente al versetto 8,6 dei Salmi: «[…] “degli angeli”, interpretando l’ebraico elohim come corte celeste». Ciò nonostante, in Genesi, si attribuisce subdolamente la creazione del mondo al dio inventato dai vostri predicatori. La traduzione volutamente storpiata di “Bereshit bara Eloim et ashamaim vet harets” è diventata così: “In principio creò Dio il cielo e la terra (Genesi 1,1)”, sebbene nelle note, come s’è visto, sia affermato che sono stati gli Angeli a creare il cielo e la terra, secondo i testi antichi originali, dai quali hanno attinto.

Chiudo qui l’argomento perché se volte approfondire (e, vi converrebbe per sapere anche a quale fine state andando incontro se non uscite velocemente da questa Matrix), andate a leggervi tutto il libro che vi ho più volte caldamente consigliato! Aggiungo solo un particolare (tratto dal suddetto libro) sul perché ho citato gli etiopi: «Come mai, un paese del “Terzo mondo”, che copia dalle medesime antiche tradizioni bibliche ebraiche (AT e NT) giunge, con gli stessi elementi a disposizione, a concludere che ebrei, cristiani, musulmani e loro stessi siano tutti un solo popolo sotto la guida di un unico Dio, mentre i cosiddetti “paesi civilizzati” ne fanno una netta distinzione?»…

Tornando al tema, Dio è sia l’architetto progettista, sia il proprietario della casa dell’esempio iniziale… ed è anche la casa stessa… Ecco spiegato in parole povere quanto ho già riportato in un precedente articolo: «in lui il soggetto pensante non è altro che l’oggetto pensato». Dio, quindi, non crea dal nulla, non potrebbe farlo nemmeno lui sebbene onnipotente! Dio plasma, dà forma alla sua essenza (ecco perché è anche la casa) e, con essa, prende vita l’intero Universo.

Ma in che modo prende vita? Molto semplicemente: nella stessa maniera che voi avete ipotizzato, idealizzato, progettato e costruito la vostra casa!

Che il pensiero sia la forma d’energia più potente e veloce dell’Universo, ormai è un dato di fatto. Che il pensiero dia forma alla materia, la trasformi, interagisca con la stessa e la alteri, è risaputo da almeno cinquant’anni e la fisica quantistica lo sta dimostrando di continuo, nonostante tutti i suoi limiti legati al perché e non al per come.

Dio immagina (Immaginare deriva da “in me mago agere” che significa: il mago che è in me agisce, attua la magia, plasma, dà vita), ipotizza tutte le soluzioni possibili (in questo caso legate alla vita, perché tutto è vivo, anche un semplice atomo), come voi avete fatto all’inizio con la casa che volevate costruire.

L’energia del pensiero divino (al pari del nostro), con la focalizzazione necessaria, condensa le forme pensate, cioè ne fissa la forma. Origina i vari progetti, tanti quante sono le soluzioni possibili, avendo cura di rispettare un unico cliché strutturale di fondo: quello che voi conoscete, magari anche solo per sentito dire, come Albero della Vita. Questo è il progetto strutturale unico, la struttura portante, che supporterà le varie forme di vita, al pari delle varianti considerate per la vostra casa.

Ora, che tutti i progetti sono in bella mostra nel luogo a loro più consono basato sulla frequenza, o vibrazione, che in quella dimensione li rende manifesti (voi li avevate in bella mostra sulle pareti del vostro studio), manca l’osservatore che faccia la sua scelta e renda l’intero progetto operativo (cioè manca chi interpreti questa parte e, dato che c’è solo Dio e nessun altro, deve indossare anche questi panni. In fondo anche voi eravate sia i progettisti, sia i proprietari). Da qui ha inizio l’Evoluzione dell’Universo (da non confondere con la cosiddetta “Evoluzione spirituale” che più correttamente andrebbe accentata come “Svelamento”, giacché è solo un rendersi conto di ciò che già si È).

Risparmiandovi nozioni scientifiche multidisciplinari e, arrivando velocemente al sodo, dovete sapere che dall’interazione tra gli atomi e le molecole sono arrivate le cellule, che sono individualità complesse e complete per se stesse. Si può correttamente affermare, per quanto ci riguarda direttamente, che sono un “noi” perfettamente completo, ma in miniatura (in fondo, da cosa nasciamo e ci sviluppiamo?). Questo significa che hanno: un proprio sistema nervoso, digestivo, respiratorio, muscolo-scheletrico, riproduttivo e, addirittura, immunitario. Ecco l’osservatore che serviva, per scegliere e interpretare i vari progetti, che rimarranno a un livello energetico superiore rispetto all’osservatore stesso, cioè alle cellule. Quest’ultime (non dimenticate mai chi è il vero e unico interprete) per manifestarsi su un piano più grossolano (cioè con una vibrazione inferiore rispetto a quello dei vari progetti) ed essendo sempre energia espressa dall’essenza divina, devono giocoforza rallentare la vibrazione. È scorretto, quindi, parlare di energia e materia come due cose distinte, anzi, sarebbe scorretto parlare di materia, quando è sempre la stessa energia (la stessa essenza divina) che si condensa sempre più (attraverso il pensiero, sempre divino) man mano che scende di livello.

A ogni buon conto, è doveroso sapere che il sistema nervoso delle cellule (il loro cervello) non risiede né nei geni, né nel DNA, ma sta sulla membrana. Sulla sua pelle per intenderci meglio. Questo cervello è composto da tanti interruttori (recettori) quanti sono gli input che proverranno dall’ambiente che circonderà la cellula (alcuni rispondono all’estrogeno, altri all’adrenalina, al calcio, altri ancora alle onde luminose e così via…).

Lo stesso progetto, quindi, sarà diverso da ambiente ad ambiente (come per la casa in pianura, in montagna, o al mare). Di solito, questo tipo di risposta ambientale, per quanto riguarda esseri umani e animali, è racchiusa nel concetto di razza, o di specie.

Ma ora, in questo preciso momento dell’evoluzione, le cellule stanno osservando il progetto dell’ambiente che dovrà accoglierle, in forma più o meno aggregata in base al progetto che le riguarda individualmente. Nulla di strano, nel vostro progetto di casa (anche perché richiesto dalla commissione edilizia che dovrà approvarlo) è inserita la disposizione del verde (il giardino) e, a un livello più ampio, la lottizzazione e l’arredo urbano.

Le prime cellule avranno avuto sicuramente qualche difficoltà iniziale nel tradurre nella propria dimensione un disegno su reticolo (progetto) che è stato poi interpretato come: acqua, montagna, albero, tavolo, ecc…, ma tant’è e, da qui, da questo sforzo interpretativo primario in poi, che ha dato forma concreta all’ambiente (l’intero universo vivrebbe in uno stato di indeterminazione se non ci fossero osservatori intelligenti che lo osservino. La percezione è il vero segreto della vita! [La Congiura dei Satanisti - un libro senza tempo e l'unico al mondo posto sotto sigillo]), si è proceduto sempre per convenzione (l’acqua è rimasta acqua, la montagna è rimasta montagna, ecc… ecc…).

Purtroppo, è da questo punto in poi che per noi sono cominciati i guai: nasce la banca dati dove codificare e registrare le varie esperienze (quello che al nostro livello evolutivo abbiamo chiamato: subconscio). Un classico esempio è la ritenzione idrica: ogni volta che ci sentiamo in qualche modo in pericolo, o non all’altezza di determinate situazioni, le cellule del nostro corpo trattengono i liquidi. Questo perché è rimasto in memoria nella banca dati che, per milioni di anni, sono rimaste al sicuro immerse nell’acqua e hanno potuto sopravvivere e svilupparsi…

Mentre i progetti mantengono la piena coscienza della loro essenza divina (sanno di essere Dio a tutti gli effetti) e sanno di essere un tutt’uno anche se interpretati in modi diversi (le varie soluzioni progettuali che al nostro livello chiamiamo: Io Superiore, o Sé) le cellule, assumendo direttamente il controllo dell’evoluzione, cioè lottando per sopravvivere, cominciano a generare autocoscienza attraverso il classico: “cogito ergo sum” (penso dunque sono).

La lotta per la sopravvivenza e i tentativi (spesso infruttuosi) di modificare la propria struttura per adattarsi all’ambiente, fanno dimenticare alle cellule la loro natura divina. Allo stesso modo, l’aggregazione per uniformarsi ai vari progetti (che dirigono l’evoluzione) è percepita come atto di una volontà individuale. In una parola: si dimenticano d’essere Dio!

Restringendo il campo all’umanità, che è quella che più ci interessa, cinquanta trilioni di cellule, all’incirca, si sono aggregate (senza percepire, o ricordare, che si stavano uniformando a un progetto preesistente e agente) e si sono messe d’accordo distribuendosi i compiti, per formare il corpo umano (simbiosi). Io semplifico, ma questo è stato un processo evolutivo lungo e non senza incognite. La Natura, infatti, rispondendo all’ambiente procede per tentativi. Non ha la soluzione ottimale al semplice schioccare delle dita. La sopravvivenza, in questi tentativi è paragonabile al volere aprire una cassaforte senza conoscerne la combinazione. Se hai fortuna la trovi in breve tempo, altrimenti devi provare fino alla fine delle possibili sequenze.

Questo si osserva bene nelle colture in vitro, dove le cellule modificano di continuo il DNA e i propri geni, li sostituiscono, ne generano di diversi, ecc… per cercare di sopravvivere. Quelle che non ci riescono muoiono. Le informazioni provenienti dall’ambiente (captate dai ricettori) sono tradotte in risposte biologiche (trasmesse dagli effettori) attraverso l’azione della membrana cellulare, che funge da pelle, nonché da cervello della cellula. «Il processo di mutazione ipersomatico provvede un meccanismo di evoluzione attraverso il quale gli organismi sono intrinsecamente capaci di adattarsi ai cambiamenti dinamici dell’ambiente, cambiando attivamente il loro codice genetico (Cairns)».

Se questo concetto è difficile da capire, vi porto un esempio. Da ragazzo mi piaceva andare a pesca con la canna e il luogo che prediligevo era un canale che era chiamato “Scolo delle Acque Chiare”, da cui comprenderete la limpidezza dell’acqua. Dopo qualche anno, le industrie, gli zuccherifici e quant’altro, riversando i loro liquami nel canale avevano reso l’acqua putrida, melmosa e sempre nera. Ciò nonostante una specie di pesci (una sola tra le tante decine preesistenti) era riuscita a sopravvivere e continuava a nuotare in quella soluzione rivoltante. Aveva azzeccato il giusto codice genetico per rispondere a quell’ambiente!

Nel corpo umano (cinquanta trilioni – completi in ogni parte – di noi messi assieme, come una perfetta attività consortile), solo le cellule dell’epidermide hanno la percezione dell’ambiente che lo circonda. Tutte le altre, per accordo comune, s’interessano degli organi e/o delle parti alle quali sono preposte. Questo è avvenuto per suddividersi i compiti e per non sprecare energie inutilmente nella ripetizione delle stesse operazioni cinquanta trilioni di volte. Nel corpo umano, come in quello animale, è il cervello che distribuisce le informazioni al resto della troupe (è il suo compito). E di cervelli non ne abbiamo uno solo!… per fortuna, o purtroppo…

Tra questi, solo due vengono in nostro aiuto per dirigerci fuori dalla Matrix e indirizzarci verso una vera evoluzione: il cervello conscio e il cervello del cuore.

Il conscio occupa solo il 5% dell’intera massa cerebrale ed è quello che dovremmo impegnare per aggiornare la nostra banca dati (il subconscio che occupa il restante 95%), sovrascrivendo le informazioni (vi ricordate della casa? “cambiate il progetto, o andate avanti con il progetto per come lo avevate scelto”) che sono obsolete e ormai inutili, ma che attiviamo di continuo senza accorgercene.

Purtroppo, questo esiguo 5% che riesce a elaborare 40 bit al secondo (contro i 40 milioni di bit al secondo del subconscio) lo teniamo impegnato in frivolezze pensando di alleggerirci la vita (invece creiamo il risultato opposto).

Il cervello del cuore, che «[…] è composto da almeno quarantamila neuroni e sono utilizzati per comunicare con i centri cerebrali collegati alla coscienza, inclusi: l’amigdala, il talamo e la corteccia cerebrale. Il cuore non ubbidisce automaticamente ai messaggi del cervello ma, di fatto, interpreta i segnali neuronali e risponde basandosi sul corrente stato emotivo dell’individuo, applicando una sua logica ben precisa che deriva da uno stato di coscienza superiore (“La Congiura dei Satanisti“)», purtroppo non lo ascoltiamo mai, perché ci è stato inculcato che, essendo legato ai sentimenti (stato emotivo dell’individuo), è fallace. Invece è l’unico collegamento che abbiamo rimasto con la realtà: con il nostro progetto, ovvero con l’Io Superiore.

PlasmasferaEvoluzione, per concludere allora, non significa perdita d’identità, ma adattamento fisico. Restiamo sempre noi, magari fisicamente un po’ (o molto) diversi da ora. Avremo, cioè il corpo che ci abbisogna per continuare a vivere e fare esperienza nelle mutate circostanze ambientali. La Plasmasfera sarà la nostra nuova casa? Beh! Allora un certo cambiamento fisico dovremo ipotizzarlo, dato che vista in estremo ultravioletto la Terra scompare. E se non è visibile in tutte le frequenze non è, tra tante virgolette, reale! (si veda nell’immagine il cerchio in nero che delimita la Terra).

Per quanti non riuscissero a ricordare d’essere Dio (sia per l’esperienza depistante delle cellule, sia per il puro interesse dei nostri bravi predicatori), riporto un altro esempio: Prendete un chilo di farina e passatelo al setaccio. Prima che tocchi il contenitore, tra la parte inferiore del setaccio e il contenitore stesso, vedrete precipitare tantissimi minuscoli granelli separati l’un l’altro. Una volta che tutti questi granelli avranno toccato il fondo del contenitore, andranno a formare di nuovo il chilo di farina che avevate prima… ecco, l’Universo è il setaccio!… un setaccio tutto divino, che è retto solo da un pensiero, altrettanto divino, che formula IPOTESI!

Detto in altri termini, Dio immagina e osserva i suoi pensieri che prendono forma dalla sua fantasia e… noi crediamo, molto stupidamente, d’essere quei pensieri…

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db/evoluzione_il_post.txt · Ultima modifica: 28/01/2021 18:58 da @Staff R.