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A che gioco giochiamo?

Cat. “Autori
Roberto Morini (fisico nucleare e filosofo)
31 maggio 2016

Come mai, nonostante le sanzioni e un clima politico teso, la collaborazione tra Italia e Russia continua? La risposta la dà il giornalista ed economista Evgenij Utkin al termine di un’intervista rilasciata a “Sputnik News” due giorni fa: «Un conto sono i politici, i capi d’azienda sono tutta un’altra storia e sono ben contenti di collaborare con la Russia. Al di là di tutto, i rapporti sono positivi».

L’intervista fa riferimento alla cerimonia di consegna dell’aereo SSJ-100 della “Superjet International”, venduto al suo primo cliente europeo: la società irlandese “CityJet” (alla faccia delle sanzioni), svoltasi a Venezia domenica scorsa. Un progetto da sempre ritenuto il fiore all’occhiello della collaborazione tra l’Italia e la Russia. La “Superjet International”, nata dalla cooperazione tra la russa “Sukhoi” e l’italiana “Leonardo–Finmeccanica”, è una delle tante joint venture già operative in Russia.

Penso sempre d’avere a che fare con lettori intelligenti, ma se non avete ancora compreso a fondo quello che sto scrivendo da giorni, a proposito di una “rivoluzione intelligente”, tutto ciò è magistralmente sintetizzato nella risposta di Utkin, che si traduce: «Tutti quegl’imprenditori, che sottostanno alle sanzioni a scapito degli interessi delle proprie attività, vogliono fare i politici. Non stanno facendo gl’imprenditori!». Ovviamente ci sono anche quelli che non possono fare altrimenti, perché legati a filiere ottuse, o a organizzazioni parapolitiche inconcludenti, che devono mandare il Paese in rovina secondo i soliti diktat. Ma possono svincolarsi, imparando a fare i loro interessi e non quelli dei politicanti che, cifre alla mano, fanno finta di piangersi addosso, incolpandosi l’un l’altro.

Tornando alla cerimonia di cui sopra (in buona sostanza: un contratto da 1 miliardo di dollari e centinaia di posti lavoro, il tutto ignorato dai media italiani), quello che stupisce e che non è passato inosservato sulla stampa russa, è la presenza del ministro dell’Industria e del Commercio russo Denis Manturov, mentre, stranamente, non vi era nemmeno l’ombra di un rappresentante del nostro governo (link).

Eppure, proprio lo stesso Renzi, alla fine di gennaio, dopo un lungo colloquio telefonico col presidente russo Vladimir Putin e, in barba alle solite sanzioni, elemosinava ufficialmente (link), a nome dell’Italia, una maggiore partecipazione delle proprie imprese al progetto “Nord Stream-2” (il gasdotto che collega la Russia alla Germania, attraversando il golfo di Finlandia e bypassando i Paesi baltici e la Polonia).

Di questo ne parla anche Utkin, alla fine dell’intervista di cui sopra: «I rapporti continuano anche in altri settori, come quello energetico, tra “Eni” e “Gazprom”». Che sia “ENI” (Nicolò Sartori, specialista di sicurezza energetica dell’Istituto degli Affari Internazionali di Roma fa presente che: «L‘azienda non ha interesse a prendere parte in questa partita, perché la strategia aziendale si concentra soprattutto sulla produzione di petrolio e di gas e non sul trasporto»), o che sia “Saipem” (un’azienda d’eccellenza, tra le migliori al mondo, nella realizzazione di gasdotti), il risultato non cambia: questo accordo tra aziende russe ed europee (di cui due tedesche), con la benedizione della Commissione europea che farà di tutto per prevenire la creazione e l’abuso di posizioni dominanti, rappresenta principalmente un guadagno aziendale per “Saipem”, di natura “tattica” che, potrebbe indirettamente beneficiare il nostro Paese.

Un altro articolo, sempre di “Sputnik News” (link), lascia chiaramente intendere che molte aziende aggirano le sanzioni, verso la Russia, passando per la Repubblica di San Marino e, nello stesso contesto, lancia un’alternativa, a quanto pare più interessante: la Crimea, con i sussidi offerti alle imprese straniere per produrre in territorio russo i prodotti sotto embargo.

Francesco Lo Iudice, presidente della Camera di Commercio russo-tunisina e capo della delegazione italiana (presente anche Igor Ferri portavoce dell’Associazione degli Italiani di Crimea e cofondatore di “Krimprom”) che ha firmato il protocollo d’intesa con le autorità, ha confermato che: «Il modello che abbiamo in mente è la costruzione di un parco agroindustriale secondo il formato PPP — “Pubblic and Private Partnership”. Le autorità ci danno degli incentivi che coprono fino all’80% delle spese. Nel parco agroindustriale (17mila ettari disponibili) troveranno posto tutte le aziende italiane del comparto produttivo: coltivazione sui campi e in serra, confezionamento, trasporto e distribuzione, senza dogane e problemi logistici… L’opportunità per uscire dalle sanzioni è la delocalizzazione che garantisce prodotti a km 0, economicità e freschezza. Qui non servono cementifici o acciaierie, ma aziende agricole. Questa è una terra che storicamente ha un legame con l’Italia e anche il clima è simile a quello dell’Italia meridionale. Si possono produrre ortaggi, uva da tavola, vino e anche prodotti caseari».

Magari Coldiretti, che piangeva una contrazione nelle esportazioni di centinaia di milioni di euro e guardava di malocchio “l’affermarsi di alimenti italian sounding prodotti nella Federazione Russa” potrebbe drizzare le “antenne”, uscire dallo stantio e, reinventarsi.

Bene! Parlare delle stesse cose e, insistere sul fatto che bisogna restare al passo coi tempi, abbandonando i vecchi schemi oltremodo sfruttati, mi hanno stancato e… forse ho stancato.

Col prossimo articolo: “La rivoluzione agricola della Russia“ che può cambiare il mondo e che pubblicherò in “Varie”, chiuderò definitivamente l’argomento. Era principalmente per ricordare ai posteri la stupida esultanza che: «Tutto il mondo è in rivolta! È in atto un risveglio inarrestabile delle coscienze!!!», riferita alle violente manifestazioni in Europa, che potevano e, tuttora possono, essere evitate… elegantemente, pacificamente e intelligentemente…

La forza bruta s'impiega solo quando il salvabile non è più salvabile!

Extrapedia Autori
a cura della Redazione di Extrapedia


db/a_che_gioco_giochiamo.txt · Ultima modifica: 30/08/2021 06:34 da @Staff R.