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Che la rivoluzione abbia inizio! Ultima parte

Cat. “Autori
Roberto Morini (fisico nucleare e filosofo)
23 maggio 2016

Ora, siamo di fronte a un apparente bivio che porta, attraverso scelte diverse, volenti o nolenti verso un’unica meta obbligata. Occorre fare delle scelte tra un cammino già spianato e un altro irto d’ostacoli. Tuttavia, fintantoché si tratta di puntare il dito su questo, o su quello, tutti sono d’accordo ma, quando si è posti di fronte alle responsabilità che ognuno dovrebbe coscientemente assumersi, la maggior parte si defila, si tappa le orecchie e volge lo sguardo altrove. In poche parole: si diventa stupidi.

Sviluppando i capitoli di questo stesso argomento, ho utilizzato pezzi d’attualità anche per continuare a tenere aggiornate le informazioni. Ed è proprio su fatti attuali che vorrei cercare di fare un ragionamento logico, per corroborare quanto più sopra espresso.

Le ultime manifestazioni in Francia, hanno dimostrato un incremento tale dell’aggressività, che per poco non c’è scappato il morto. Ed è certo che, se ci scappa il morto, Parigi sarà letteralmente rasa al suolo da questa furia cieca e incontrollabile.

Vediamo di analizzare i vari punti, compresi quelli possibili, della manifestazione (una manifestazione come un’altra, in Francia o in altro luogo).

L’obiettivo di una qualsiasi manifestazione è dimostrare atteggiamenti condivisi dai partecipanti nei confronti delle istituzioni di cui si vuole contestare l’operato. Allora ci si dovrebbe chiedere:

  • Sfilando in corteo con tanto di striscioni, metto in difficoltà le istituzioni che voglio contestare?
  • Paralizzando un’intera nazione con gli scioperi, metto in difficoltà le istituzioni che voglio contestare?
  • Distruggendo la proprietà pubblica e anche quella privata, metto in difficoltà le istituzioni che voglio contestare?

Nessuno di questi atteggiamenti va a bersaglio! E, chi subisce direttamente gli effetti di queste manifestazioni, sono sempre altri cittadini come voi.

Gliene importa qualcosa ai governanti se ci sono cortei sparsi per il territorio? Nel caso specifico proprio no, perché Hollande ha sentenziato che andrà dritto per la sua strada con il “job act”. La nazione paralizzata dagli scioperi (indetti da sindacati che da quando si sono seduti la prima volta al tavolo delle trattative hanno anche loro cominciato a mordicchiare la torta) tocca da vicino i governanti che possono scegliere di starsene comodamente a casa, tanto il loro lauto stipendio lo prendono ugualmente? Saranno i governanti a ripagare i danni causati alla proprietà pubblica e a quella privata?

La logica non dà scampo. Altra cosa sarebbe se i mille, i diecimila, i centomila manifestanti circondassero l’Eliseo impedendo ai politicanti di entrare o d’uscire… ma quest’eventualità nessuno la prende in considerazione, perché i sindacati stabiliscono: il come, il dove e il quando.

L’obiettivo non è migliorare le condizioni di vita e dell’ambiente? E c’è bisogno di fare tutto questo casino per arrivarci? Se c’è una barca che affonda, perché ostinarsi a rimanere a bordo, quando ce n’è un’altra che, molto più solida e ben collaudata, le galleggia a fianco?

Vediamo un’altra assurdità molto attuale: L’Unione Europea si appresta, proprio questa settimana a estendere il via libera al glifosato per altri sette anni, sostanza usata in molti erbicidi tra cui il “Roundup” della Monsanto, nonostante la disputa tra l’Ue e le agenzie Onu sul fatto se sia o meno cancerogeno. Scrive Reuters in proposito (pagina non più disponibile - ndr): «Ancora una volta ne esce sconfitta la società civile, insieme al mondo dell’ambientalismo e dell’agricoltura biologica, che chiedevano a gran voce di vietare il rinnovo dell’autorizzazione all’uso e alla vendita degli erbicidi a base di glifosato». Ma chi è che lo compra e l’utilizza? Mica te lo cacciano in “gola” per forza! Se i pesticidi sono stati trovati anche nel latte materno non c’è qualcuno che pensi ogni tanto anche ai propri figli?

Così per tutti gli altri prodotti coperti da leggi e leggine, per il TTIP, per quella specie di olio africano che le olive magari le ha viste solo in fotografia, per la frutta che viene da chissà dove senza tutele sui trattamenti… e poi, ci sono tutti quei fessi che cercano di stare alla moda comprando esclusivamente i prodotti «etichettati» bio… ma quale biologico! Nemmeno il mio orto lo è sebbene non subisca alcun trattamento se non irrigazioni con acqua di sorgente.

Ma c’è anche la “cura” di Bruxelles e, del vostro Padoan, per rilanciare l’economia: più austerity e più tasse! Tassiamo anche i turisti, così verranno in massa a incrementare l’economia, avranno pensato questi cervelloni. Mentre chi vuole seriamente impegnarsi nello sviluppo, si muove in tutt’altra direzione. A partire da quest’anno, per esempio, in Russia potrebbe essere introdotto il sistema di “tax free”, che consentirebbe ai turisti stranieri di recuperare le tasse pagate sugli acquisti. Il progetto potrebbe essere avviato nei grandi magazzini di Mosca, tra cui: “GUM”, “Petrovskij Passazh”, “Tsum”, “Barvikha Luxury Village”. Aleksandr Pavlov, manager di “Tsum”, è convinto che il “tax free” potrebbe dare nuova spinta al commercio e i benefici per l’economia russa potrebbero essere pari a centinaia di milioni di euro. Qualcuno è rimasto scettico, ma è più una presa di posizione che un dato di fatto.

Abbiamo anche una guerra ormai scontata alle porte. Fortemente voluta da Washington (tanto non si combatterà su suolo americano, ma a casa nostra) che spinge Erdogan, con gli Stati del Golfo, a sfidare apertamente la Russia, appoggiando i separatisti della Crimea con una brigata di terroristi che dovrebbero destabilizzare l’Eurasia e penetrare anche in territorio russo. Questo è quanto emerso dall’organizzazione della cooperazione islamica (IOC) e riportato da “pentapostagma.gr” (link). Anche la regina Elisabetta si è accorta di quest’inevitabilità e l’ha esternata in un sensazionale, inquietante, fuori-onda, che ha colto di sorpresa la troupe della BBC intenta a posizionare telecamere e microfoni per riprendere il rituale discorso al parlamento, il 18 maggio. La regina, favorevole al Brexit, perché: «La Ue va sulla strada sbagliata», parlando coi suoi maggiordomi, a microfoni già aperti, ha detto: «Si fanno i necessari preparativi per abbandonare la nave. Arriva una tempesta tanto violenta, che l’Inghilterra non ne ha mai viste di eguali. La seconda guerra mondiale sembrerà una gobba sulla strada al confronto. Ho il dovere di avvertire i miei sudditi».

Anche questa guerra potrebbe essere evitata con raziocinio e determinazione…

Il mondo (che non vi piace, che non rispecchia i vostri ideali, ecc…) non è così perché pochi dall’alto hanno voluto che fosse in un certo modo, ma perché molti dal basso l’hanno permesso e accettato. Cancellare tutto con un colpo di spugna, è un lusso che solo la Natura può permettersi, ma anch’essa, dopo, dovrà ricostruire.

Anche noi abbiamo tutto un mondo da ricostruire e si può fare intelligentemente, ma se, in primo luogo, non si diventa responsabili c’è poco da fare!

Così c’è un Italia che fallisce e si trova in miseria e ce n’è un’altra, parallela, che prospera e si sviluppa. Così ci sono persone responsabili che si attivano e sanno guardare avanti e, altre, che sono solo dei coglioni capaci di piangersi addosso e di scatenare inutili violenze.

Di stimoli ne ho dati abbastanza e, se non saranno colti, almeno resteranno a testimoniare le responsabilità di chi tante assurdità poteva evitarle.

Extrapedia Autori
a cura della Redazione di Extrapedia


db/che_la_rivoluzione_abbia_inizio_ultima_parte.txt · Ultima modifica: 20/08/2021 06:23 da @Staff R.