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I gretini come le “Guardie Rosse” – contro Trump

I gretini in piazza ricordano stranamente, per certi aspetti, le Guardie Rosse della Rivoluzione Culturale maoista. L’improvviso successo e diffusione mondiale, l’artificialità, l’esagerazione semplicistica e rabbiosa, del programma – e la chiara sensazione di una “rivolta dei bambini dal basso” gestita, voluta e manovrata da molto in alto.

Le Guardie Rosse furono suscitate ed usate da Mao contro i dirigenti del Partito, suoi compagni di lotta, che l’avevano messo da parte dopo il disastro del da lui voluto Grande Balzo in Avanti – concluso con milioni di morti di fame per la disorganizzazione che fu imposta al mondo contadino. “Bombardare il quartier generale!”, fu il primo slogan, nel 1966. Gli studenti, i sedicenni, furono invasati dal culto di Mao, e soprattutto dalla “lotta ai quattro vecchiumi” che lui, satanico idiota, aveva lanciato: “Vecchie idee, vecchia cultura, vecchie abitudini e vecchi comportamenti”. Gli studenti entusiasti distrussero tutte le antichità del Paese, processarono in piazza i professori, appesero ai loro colli cartelli con l’elenco dei loro crimini, colpe, sulle teste cappelli con orecchie d’asino. Anche altissimi dirigenti del partito subirono lo stesso trattamento; fra cui Xi Zhongxun, il padre dell’attuale presidente Xi Jinpin.

Il padre dell’attuale presidente Xi Jinpin processato dalla Guardie Rosse

Il Libretto Rosso con le astute vacuità ideologiche esalate da Mao, divennero il vangelo taumaturgico, faceva miracoli (anche in Italia ci furono degli imbecilli che lo sventolarono). Ancora nel ’73, i bambini dell’asilo, di fronte ai giornalisti stranieri invitati, cantavano: “Criticare Confucio criticare Linbiao”. In opere teatrali con balletti si dava la morte alla Banda dei Quattro, capeggiata dalla moglie di Mao: effettivamente processati, accusati come furono degli “eccessi della Rivoluzione Culturale”: e condannati a morte.

(S’intende, con le dovute differenze: dappertutto le gretine usano lo stesso slogan: distruggimi la fica, non la natura)

Simon Linnett, l’esecutivo dei Rotshild

Nel caso di Greta e dei gretini, ci si chiede: chi ha ordinato di “Bombardare il Quartier Generale”? Chi ha la forza e il potere mondiale di farlo? Bisogna risalire al primo documento noto in cui per la prima volta si pone la “necessità” di ridurre le emissioni di CO2: quello che è conosciuto come Trattato di Copenhagen del 2009. Esso è stato stilato da Simon Linnett, vicepresidente esecutivo dei Rothschild di Londra.

Secondo il Trattato, si tratta di imporre – a cura dell’ONU – una tassa internazionale del 2% su tutte le transazioni finanziarie, e del 2% sul PIL di ogni paese, da incamerare dalla Banca Mondiale. A che scopo? “Creare una fonte di finanziamento per il governo mondiale”.

Chi lo ha detto non è un blogger da social, ma un Lord, Sir Christopher Monckton. Il quale, membro ereditario della Camera Alta, ha dovuto minacciare un incidente diplomatico per ottenere il testo del Trattato, che era “riservato” (sic). Dopo averlo letto, lord Monckton ha commentato: “Ancora una volta, tentano disperatamente di nascondere a tutti la vastità di quel che vogliono fare: tentano veramente di insediare un governo mondiale”.

Naturalmente, dopo ciò, Lord Monckton è stato bollato (specie dalla sinistra “intelligente”) come la “caricatura di un lord inglese”.

Lord Monckton

Ma effettivamente, nel manifesto politico precedente per combattere il CO2, pubblicato nel 2008 dalla Social Market Foundation, Simon Linnett dei Rotschild definisce le “emissioni di gas serra” come “il nuovo mercato sociale”. In che senso? Che bisogna imporre alle forze del mercato e del libero scambio di occuparsi finanziariamente delle emissioni di carbonio, ciò che richiede una istituzione internazionale dotata di una costituzione per rispondere” a questa necessità: il governo mondiale con poteri coercitivi.

Certo, dice Linnett, “un organismo mondiale, come tale, è poco probabile che cominci” da sé – quindi l’allarme sui gas serra serve allo scopo di contrabbandare il progetto.

Il progetto procedeva a gonfie vele, fra il Protocollo di Kyoto e la COP21, tenutasi a Parigi, e firmata da Barack Obama, si procedeva speditamente verso la creazione del prelievo sui delitti climatici, onde finanziare ben bene la Banca Mondiale.

“Bombardare Donald Trump!”

Fino al giorno in cui Donald Trump, ha ritirato gli Stati Uniti – con immenso sdegno dei mondialisti e delle sinistre intelligenti – dai vari trattati sul Clima. Da allora è guerra, come dimostrano tutti i tentativi del Deep State, dall’FBI alla CIA, dai democratici dai media come muta di cani idrofobi, per bollare Trump come pedina di Putin fino all’ultimo tentativo di ottenerne l’impeachment sulla base di una telefonata in cui avrebbe chiesto al premier ucraino di trovare cose con cui infangare Joe Biden, candidato democratico per il 2020: una causa così mal impostata che gli stessi democratici disperano possa portare se non ad un nuovo favore popolare per Trump – anche se i loro media agitano la cosa ancora e ancora, fino all’esaurimento.

Non bastando l’opposizione del Deep State, è partito l’ordine alle “masse giovanili” di “sparare sul Quartier Generale”, rappresentato dal primo presidente USA non mondialista nel dopo-guerra. Ed ecco la creazione di Greta.

Se la ricostruzione vi sembra campata in aria, un po’ troppo eccedente in complottismo, ebbene, è ricomparsa dal web questa informazione: nel 1992 (quasi 30 anni prima della ragazzina di 16 anni, Greta Thunberg), un'altra bambina “svergognò” i leader mondiali tra un fiume di lacrime alle Nazioni Unite, e i media anche allora intitolarono estasiati: “Una ragazzina di 12 anni “ha messo a tacere il mondo per cinque minuti”.

Nel ’92 la ragazzina era Severn Cullis-Suzuki – allora figlia di 12 anni dell’ambientalista canadese David Suzuki, e si rivolse alla sessione plenaria del Vertice della Terra delle Nazioni Unite a Rio de Janeiro.

Caleb Hull

@CalebJHull
I just dug up this clip from 1992…
Severn Cullis-Suzuki's speech to the UN in 1992 on climate change sounds an awful lot like Greta Thunberg's in 2019.
I cut the two together to show just how similar the language is:

Il discorso della dodicenne, eccolo:

Siamo un gruppo di dodicenni e tredicenni che cercano di fare la differenza. Abbiamo raccolto tutti i soldi per venire qui da soli, per venire a 5000 miglia per dire a voi adulti che dovete cambiare i vostri modi”.

“Venendo qui oggi non ho un programma nascosto. Sto combattendo per il mio futuro. Perdere il mio futuro non è come perdere un’elezione o qualche punto in borsa. Sono qui per parlare per tutte le generazioni a venire… Sono qui per parlare degli innumerevoli animali che muoiono su questo pianeta perché non hanno più nessun posto dove andare“.

Ho paura di uscire al sole adesso a causa del buco nel nostro ozono. Ho paura di respirare l’aria perché non so quali sostanze chimiche ci siano dentro”.

Sono solo una bambina e non ho tutte le soluzioni, ma voglio che tu prenda coscienza. Non sai come riparare i buchi nel nostro strato di ozono, non sai come riportare il salmone su un fiume morto, non sai come riportare un animale ormai estinto e non puoi portare indietro la foresta che una volta cresceva dove ora c’è un deserto. Se non sai come aggiustarlo, smetti di distruggerlo”.

Non sembra Greta?

A questo punto si capisce meglio il discorso che Donald Trump ha tenuto il 27 settembre all’assemblea generale dell’ONU: dove di punto in bianco ha attaccato “i mondialisti” del suo Deep State: “L’avvenire non è dei mondialisti, ma dei patrioti!“.

“Non cederò mai la sovranità americana a una burocrazia mondiale non eletta e irresponsabile”: e quindi gli Stati Uniti non si sottoporranno né alla Corte penale internazionale, né firmeranno il “Patto mondiale per le migrazioni sicure, ordinate e regolari” (Global Compact for Safe, Orderly and Regular Migration): ad oggi, gli Usa sono il solo stato a non averlo firmato – a parte l’Ungheria.

È guerra aperta, ormai. Il Deep State ha risposto mettendo in piedi artificialmente, con traditori interni alla Casa Bianca, una procedura di destituzione del presidente con l’Ucraina-gate. A questo punto Rudy Giuliani, avvocato di Trump (era sindaco di New York l’11 Settembre, si vede che gli è convenuto cambiare cavallo) ha dichiarato: “Abbiamo le prove che AGENTI DELL’FBI sono sul libro paga di Georges Soros e lavorano per lui, contro gli Stati Uniti. Lo stesso dicasi per l’ambasciatore americano in Ucraina”.

Le rivelazioni possono arrivare ai pezzi da novanta, James Clapper (ex direttore dell’intelligence nazionale) e John Brennan ex capo della CIA) – che hanno intercettato illegalmente il presidente “milioni di volte”. Infine, nelle ore scorse è arrivato in Italia l’attorney general Bill Brennan, in missione ufficiale. Non può esserci altro motivo che indagare la complicità dei servizi italiani (sotto Renzi-Gentiloni) nel tentativo di fabbricare prove dei rapporti illeciti fra Trump e Putin): una faccenda in cui non sono coinvolti solo i servizi italiani, ma quelli britannici, australiani, ucraini, rotschildiani… Nancy Pelosi ha subito strillato che Barr “è fuori controllo” (Gateway Pundit). Panico? I prossimi giorni ce lo diranno.

Milano – Le nuove Guardie Gretine hanno lottato per l’ambiente

Extrapedia Autori
28 Settembre 2019
Credits


db/i_gretini_come_le_guardie_rosse_contro_trump.txt · Ultima modifica: 10/06/2021 11:44 da @Staff R.