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L’ISIS e il provato coinvolgimento della Turchia

Cat. “Autori
Roberto Morini (fisico nucleare e filosofo)
25 marzo 2016

Sempre a proposito del traffico di petrolio dell’ISIS con la Turchia, “RT”, la TV di Stato russa, ha appena girato un dettagliato documentario in proposito (link), intervistando diversi testimoni (i residenti locali, costretti dai terroristi a lavorare sia negli impianti di estrazione sia in quelli di raffinazione; un militare turco catturato dai curdi e altri) che sono stati coinvolti nelle attività economiche dell’ISIS. Dopo la liberazione della città siriana di Shaddadi, che ospita circa 10.000 persone, “RT” ha visitato con i soldati curdi quelle che erano le case dei terroristi e ha ripreso con le telecamere numerosi documenti, che i terroristi stessi avevano abbandonato fuggendo in tutta fretta.

La Turchia che, sin dalle prime ore, è stata attivamente impegnata nella guerra siriana, ha ripetutamente negato di aver sostenuto l’ISIS. Tuttavia, mentre Ankara insiste che è nemico giurato del gruppo jihadista, i fatti sul terreno, spesso raccontano una storia diversa.

Alcuni dei file sequestrati sulla scena risultano essere fatture dettagliate, utilizzate dall’ISIS per calcolare i ricavi giornalieri dai campi petroliferi e raffinerie sottratti a Damasco, nonché la quantità di petrolio estratto. Tutti i documenti recano il simbolo dello Stato Islamico.

Ogni fattura reca incluso il nome del conducente del veicolo guidato, il tipo e il peso (sia a vuoto che pieno), così come il prezzo concordato e il numero di fattura.

Su una delle fatture scoperte, risalente all’11 gennaio 2016, è scritto che sono stati estratti 1.925 barili di petrolio dal giacimento di Kabibah, barili che poi sono stati venduti in Turchia per 38.342 dollari.

Ma non solo di petrolio si tratta. “RT” ha intervistato anche un soldato curdo, il quale ha mostrato una raccolta di passaporti che aveva recuperato dai cadaveri dei terroristi. I militanti dell’ISIS vengono da ogni parte del mondo, compresi: Bahrain, Libia, Kazakhstan, Russia, Tunisia, Cina e Turchia, per non parlare dei Paesi europei.

Sulla maggior parte di questi passaporti, appartenuti ai combattenti stranieri, c’erano timbri emessi ai posti di confine turchi.

Tra i documenti lasciati dai terroristi in un ospedale, c’è opuscolo di propaganda islamista stampato in arabo dal titolo: “Come condurre una battaglia perfetta contro il regime criminale di Assad”, che descrive i modi migliori per combattere il governo siriano.

Curiosamente, l’opuscolo è stato stampato in Turchia, con la copertina che mostra apertamente l’indirizzo, il contatto Facebook, e il numero di telefono di una tipografia di Istanbul [“Guraba” P.O. BOX 591 Sirkeci – TURKEY Tel. 0090 212.526.06.05 * 0090 507.286.14.14 «http://www.guraba.com.tr» - «guraba@hotmail.com» - «http://www.facebook.com/Guraba Yayinlari» (più una scritta in arabo)].

Il supporto turco è così importante, che se questo venisse meno, l’ISIS si troverebbe in guai seri, dato che dalla Turchia giungono armi, nuove reclute, cibo, denaro, ecc…

La Turchia, in cambio, ottiene petrolio a buon mercato, e indebolisce sia i curdi sia i siriani.

Ma non è ancora finita…

Nell’articolo di “RT” c’è anche un appunto finale inquietante: “Documents on organ transplants & beheadings” (Documenti sui trapianti d’organo & decapitazioni). Un altro set di documenti è stato trovato presso il checkpoint dell’ISIS ad Abyad e un membro dell’YPG, Redur Khalil mostra una raccolta di vari documenti religiosi che autorizza decapitazioni, uccisioni e persino interventi chirurgici.

Khalil ha sottolineato: «Ecco una fatwa religiosa, che permette l’uccisione di infedeli e di tagliare loro le teste. Una fatwa che approva le decapitazioni. Contiene estratti dal Corano, hadithes (narrazioni) del Profeta Muhammad, ecc… ecc…». Tuttavia, la cosa più strana, secondo Khalil, è la scoperta di una fatwa che autorizza lo svolgimento di trapianti d’organi e altri interventi chirurgici.

«Penso che questa fatwa sia strana. Non abbiamo mai sentito, nell’Islam, di una fatwa che permetta l’uccisione di una persona per trapiantare gli organi a un’altra persona, o di altro che riguardi lo svolgimento di operazioni chirurgiche sui prigionieri a scopo d’addestramento».

Bene! Ora abbiamo un quadro più dettagliato su chi è finanziato dai nostri governi. L’ISIS non traffica solo col petrolio, con i reperti archeologici documentando la distruzione di copie, ma anche con gli organi (e non aspetta un qualche donatore… se li procura all’istante secondo la richiesta!). Se, a questo punto, cominciate a tremare e a essere seriamente preoccupati, fate bene, perché questi li abbiamo già in casa e aspettano solo un ordine per aprire le “danze”!

Extrapedia Autori
a cura della Redazione di Extrapedia


db/l_isis_e_il_provato_coinvolgimento_della_turchia.txt · Ultima modifica: 23/08/2021 14:47 da @Staff R.