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Minacce su NY e aggiornamenti sulla Siria

Cat. “Autori
Roberto Morini (fisico nucleare e filosofo)
24 aprile 2016

Ancora notizie flash sul quadro siriano, quello verso il quale tutti puntano lo sguardo, perché attualmente è la miccia che potrebbe fare esplodere un’incontrollabile escalation militare senza fine.

Mentre, all’altro capo del mondo, i dati forniti dal sistema di monitoraggio MIMIC dal 21 u.s. hanno cominciato a registrare onde energetiche generate da un sistema, evidentemente occultato, che ha proiettato “echi massici” su New York e sulla costa orientale superiore (East Coast) degli Stati Uniti (video – link), in Siria, l’Isis afferma di avere abbattuto un caccia siriano vicino Damasco e di averne catturato il pilota.

La scomparsa del MIG di Damasco è confermata anche all’Osservatorio siriano per i diritti umani (Ondus), citato da vari media internazionali, che però non specifica se il cacciabombardiere sia stato abbattuto dal fuoco nemico, o se sia caduto per un guasto tecnico. Né l’Ondus è in grado di fornire informazioni sulla sorte del pilota, che secondo “Amaq” (l’agenzia di notizie dell’ISIS) si chiamerebbe Azzam Eid e potrebbe fare la stessa fine di quello giordano, Muaz al Kassasbeh, bruciato vivo in una gabbia.

Restando nello stesso campo, pare che la Russia abbia aperto il fuoco contro i caccia israeliani e non sarebbe la prima volta, secondo quanto riportato dal quotidiano ebraico “Yedioth Ahronoth”. Mosca, dallo scorso ottobre, ha istituto una no-fly zone che comprende la maggior parte della Siria e parte di Israele, Golan compreso. Lo schermo difensivo copre anche la zona meridionale della Turchia e le basi utilizzate dagli USA per i raid in Siria. Il consenso russo per ogni tipo di volo nelle zone controllate è implicito.

Inutili, quindi, le lamentele del premier Netanyahu che, sulla falsa riga di quelle di Moshe Ya’alon del 29 novembre 2015, invoca una tolleranza da entrambe le parti, dichiarandosi neutrale nel conflitto siriano e rammentando a Putin il “canale di coordinamento” concordato lo scorso ottobre. Dimenticando, però, che di lì a due mesi lo stesso Netanyahu, affermò che Israele non avrebbe mai permesso il transito di forniture militari dalla Siria al Libano. Israele, come suddetto, sarebbe ufficialmente neutrale nella guerra civile siriana, ma dal 2013 ha effettuato una dozzina di attacchi aerei in tutto il Paese colpendo anche strutture governative. I caccia israeliani hanno distrutto decine di convogli destinati alle truppe “Hezbollah”, presenti in Siria, a sostegno delle forze lealiste del presidente Bashar Al-Assad che inserisce Israele, per questi motivi, tra i “terroristi di altra natura” attivi in Siria.

Ormai, è imperativa una presa di posizione internazionale per «far rispettare le Risoluzioni emanate dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu» come affermato dal ministro degli Esteri siriano Walid Al Mualem, il quale, a proposito delle indiscrezioni che circolavano da giorni circa l’arrivo, la settimana scorsa, di “5mila jihadisti”, entrati dalla Turchia e inviati a Idlib e nella periferia di Aleppo, ha dichiarato all’agenzia russa “Sputnik News”: «L’invio di nuovi combattenti entrati dalla Turchia è stato denunciato anche dal rappresentante permanente della Siria all’Onu, Husam Eddin Ala, il quale ha parlato di “centinaia di armati entrati dalla Turchia“ in territori siriani», rivelando inoltre che «l’Arabia Saudita continua a esercitare forti pressioni nei confronti dei membri della delegazione della conferenza di Riyadh per rigettare qualsiasi accordo».

Asia News” conferma che, in effetti, «sono in corso dispiegamenti di un numero elevato di combattenti jihadisti del Partito islamico turkmeno, che hanno ricevuto munizioni e armi dal Fronte di “Al Nusra” e dai soldati di “Al Aqsa” composto da siriani e da uomini di altre nazionalità, mentre sono intraprese sistemazioni logistiche e si preparano nuove postazioni con sacchetti di sabbia».

«Si sono visti centinaia di combattenti – continua “Asia News” citando una fonte anonima – con sembianze asiatiche, entrati a far parte del Partito islamico turkmeno, che parlano cinese tra di loro. Si ritiene siano “turchi uiguri cinesi“ che continuano ad arrivare dalla Turchia, mentre gli Ahrar el Sham non si sono più stanziati in prima linea, ma nelle retrovie».

Quello che desta maggiormente preoccupazione è l’ultima frase riportata da “Asia News”, parlando del terrore in cui vivono gli abitanti: «Sanno che si sta preparando una grande battaglia».

In un modo o nell’altro, tuttavia, questa situazione deve finire, vista anche l’inconcludenza dell’ONU. Gli abitanti dei paesi occupati dai jihadisti non hanno prerogative: o si uniscono ai combattenti – per forza e per sopravvivere – o fuggono in fretta ma, le guardie di confine turche, dallo scorso dicembre, sparano all’impazzata contro i profughi in fuga, come riportato anche dal giornale britannico “Times”. Anche un avvocato di Aleppo, Abdmunem Kashkash, che è miracolosamente riuscito a varcare il confine indenne, riferendosi a domenica notte (17/04), ha dichiarato al giornale londinese (riportato anche da “Sputnik News”), che «I turchi uccidono persone disarmate. C’era una bambina con una ferita da arma da fuoco, ma non abbiamo potuto fare di più per lei rispetto a quello fatto, fino a quando non è calata la notte. Due anziani, un uomo e una donna, sono spariti. Probabilmente anche loro sono stati uccisi».

Ricorda tanto, almeno come titolo: “Il silenzio degli innocenti“…

Extrapedia Autori
a cura della Redazione di Extrapedia


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