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Padoan il terminator dell’economia

Cat. “Autori
Roberto Morini (fisico nucleare e filosofo)
14 maggio 2016

Il ministro dell’Economia è stato dirigente del FMI e dell’Ocse. Ha contribuito alla crisi di Grecia e Portogallo. Il Nobel Krugman lo definì: «L’uomo dai cattivi consigli».

«La riforma Fornero è stata un passo importante per la risoluzione dei problemi dell’Italia», dichiarò Pier Carlo Padoan. Ex dirigente del Fondo Monetario Internazionale, ex consulente della BCE ed ex vice segretario dell’Ocse, Padoan, massone, affiliato alla Loggia “Pan Europa” e alla “Compass Star-Rose/Rosa-Stella Ventorum” è di casa tra i potenti del mondo.

Scelto personalmente dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (anch’egli massone, affiliato alla potentissima Loggia “Three Eyes”, come la direttrice del FMI Christine Lagarde affiliata, quest’ultima, anche alla “Pan Europa” e da qui si comprendono tanti collegamenti…) e, osannato dai grandi media italiani appena nominato ministro (24/02/2014), non è stimato da tutti gli economisti.

Scrisse, riferendosi a Padoan, sul “New York Times” il premio Nobel per l’economia Paul Krugman: «Certe volte gli economisti che ricoprono incarichi ufficiali danno cattivi consigli; altre volte danno consigli ancor peggiori; altre volte ancora lavorano all’Ocse».

Padoan era responsabile dell’Argentina per conto del Fondo Monetario Internazionale nell’anno in cui il Paese sudamericano fece default.

A cosa si riferiva Krugman? Padoan è stato l’uomo che ha gestito per conto del FMI la crisi argentina. Nel 2001, Buenos Aires fu costretta a dichiarare fallimento dopo che le politiche liberiste e monetariste imposte dal FMI (quindi, suggerite da Padoan) distrussero il tessuto sociale del Paese. In quegli anni il nostro ministro dell’Economia si occupò anche di Grecia e Portogallo.

Krugman scrisse in un altro articolo che «furono proprio le ricette economiche suggerite da Padoan a favorire la successiva crisi economica nei due Paesi».

Ecco cosa dichiarò Padoan a proposito della crisi greca: «La Grecia si deve aiutare da sola, a noi spetta controllare che lo faccia e concederle il tempo necessario. La Grecia deve riformarsi, nell’amministrazione pubblica e nel lavoro». In altre parole, Atene avrebbe dovuto rendere il lavoro molto più flessibile, alleggerendo (licenziando) la macchina della pubblica amministrazione. Nel marzo del 2013, quando la Grecia era sull’orlo del collasso, l’allora numero due dell’Ocse suggerì più esplicitamente: «C’è necessità che il governo greco adotti una disciplina di bilancio rigorosa e di un continuo sforzo di risanamento dei conti pubblici, condizioni preventive per il varo di misure a sostegno dello sviluppo».

Padoan è stato per quattro anni responsabile, per conto del FMI, della Grecia. Successivamente, ha influenzato le politiche economiche di Atene in qualità di vice presidente dell’Ocse poi, distrutto il tessuto economico ellenico, è arrivato come una metastasi a “lavorarsi” l’Italia, con la sua solita politica di austerità per rilanciare (???) l’economia.

Un’intervista rilasciata da Padoan al Wall Street Journal, nell’aprile del 2013 (link), che fa venire i brividi, mostra la “grande differenza” che c’è tra Padoan, Saccomanni e Monti: NESSUNA!

Dalle stesse parole di Padoan si apprendeva, un anno prima della sua nomina a ministro dell’Economia, quali sarebbero stati gli indirizzi: «Fiscal consolidation is producing results, the pain is producing results (Il consolidamento fiscale sta producendo risultati, il dolore sta producendo risultati)». Anche se sarà un dolore anestetizzato: «We need a softer tone, while moving in the same direction (Abbiamo bisogno di una modalità più soffice, mentre ci muoviamo [imperterriti] nella stessa direzione [cioè: mentre continuiamo a generare sofferenza])».

E noi, invece d’impiccarlo seduta stante per i crimini commessi contro l’umanità, che nessuno vuole riconoscere, assieme a Napolitano, che lo ha voluto per continuare la sua opera di demolizione dello Stato, lo abbiamo accolto a braccia aperte e gli permettiamo di applicare i suoi metodi da terminator. Quelli appena dichiarati, ad Aprile, in audizione di fronte alle commissioni bilancio di Camera e Senato: «Austerità per crescita e occupazione»…

Sarebbe come amputarsi gli arti inferiori per correre più velocemente! Qualcuno dovrebbe spiegare in quale modo l’austerità può creare crescita economica e, nel contempo dovrebbe anche spiegare come sia possibile che, con i continui, drastici, tagli (al servizio pubblico, ma non ai loro stipendi) il debito pubblico cresca vertiginosamente in modo esponenziale: 121% del PIL nel 2011, 123% nel 2012, 129% nel 2013, 132,7% nel 2014.

«Abbiamo perso 9 punti percentuali di Pil e un quarto della nostra produzione industriale», ha dichiarato il governatore di Bankitalia, Vincenzo Visco. Proprio lui che, presiedendo la banca centrale con uno stipendio colossale, avrebbe dovuto vigilare e non assistere passivamente a questa distruzione. «In un paese normale – scrive Maurizio Blondet, riferendosi a Visco (il 12/05 – link) – sarebbe stato da tempo fucilato alla schiena».

Quello che a noi manca è un Kim Jong-Un: “Giustiziato il capo delle forze armate Ri Yong-Gil, al vertice della Korean People’s Army dal 2013, per corruzione e ricerca di guadagno personale” (link)…

Extrapedia Autori
a cura della Redazione di Extrapedia


db/padoan_il_terminator_dell_economia.txt · Ultima modifica: 18/08/2021 09:56 da @Staff R.