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Possiamo dare inizio al countdown

Cat. “Autori
Roberto Morini (fisico nucleare e filosofo)
22 giugno 2016

La NATO ha accelerato il suo accerchiamento della Russia, con i soldati britannici dispiegati in Estonia, i soldati statunitensi che operano in Lettonia e i canadesi in Polonia, mentre altre unità da combattimento sono aumentate nel Mediterraneo, infiltrandosi anche nel Mar Nero. Le portaerei “USS John C. Stennis” (CVN 74) e “USS Ronald Reagan” (CVN 76), con 140 aerei da caccia, in supporto ai bombardieri strategici B-52 e ad altri per la guerra elettronica EA-Growler 18 G, sono già presenti e, operative, nel Sud del Mare della Cina (link).

La Cina, in risposta a queste ripetute provocazioni statunitensi (era già accaduto nel 2001 e nel settembre 2012) che hanno immediatamente attivato l’ADIZ (Zona d’identificazione di difesa aerea), ha chiesto a Putin di accelerare la firma dei 28 accordi militari ed economici in corso di trattativa.

Questa sarà la più grande alleanza militare mai vista finora sulla Terra al fine «di affrontare l’aggressione americana», secondo fonti del Cremlino (la Cina da sola ha il doppio dei militari e una netta superiorità in fatto d’armamenti rispetto agli Stati Uniti. (il video su YouTube è stato cancellato - ndr).

Le provocazioni, tuttavia, non mancano da entrambe le parti e, sfruttando audacemente le falle politiche offerte da Washington (evidente frattura tra il Pentagono e la Cia, che ha i “suoi” ribelli-terroristi preferiti e segue gli interessi sauditi e la loro strategia, più che quella del Pentagono), Mosca, con audacia, fredda assunzione dei rischi e, a sorpresa, ha spiazzato tutti. È accaduto meno di una settimana fa, quando i caccia americani e russi si sono affrontati nei cieli della Siria. «Gli F-18 sono intervenuti perché Putin stava facendo bombardare i ribelli protetti dal Pentagono (ha scritto il “Daily Mail“, non capendo bene a chi appartengano questi ribelli)».

Secondo la versione occidentale, quando gli F-18 statunitensi sono arrivati, hanno intimato ai russi di andarsene e i Sukoy se ne sono andati. Ma quando gli F-18 si sono allontanati per rifornirsi di carburante, i russi sono tornati e hanno finito il lavoro, bombardando una delle basi del New Syrian Army (in arabo Jaysh Suriyah al-Jadid) ad Al Tanf (“Washington Examiner“- link).

Il NSA, molto attivo sul confine giordano, è addestrato dalla Cia e ha come obiettivo dichiarato quello di combattere contro il sedicente Stato Islamico (ISIS). Ha avuto anche il supporto di Jabhat al-Asalah wa al-Tanmiyah, con lo scopo di creare un’alleanza “moderatamente islamista”, come spiega la “BBC” (la pagina non esiste più - ndr). In realtà, assieme al Free Syrian Army, rappresentano il braccio armato occidentale per rovesciare Bashar Al-Assad.

Quello ad Al Tanf «È stato un atto oltraggioso che deve essere spiegato – si è sfogato furiosamente un alto ufficiale americano tramite il “Los Angeles Times” – o i russi non controllano le proprie forze, o è stato un atto deliberatamente provocatorio. Aspettiamo risposte». E la risposta è arrivata prontamente e in modo sarcastico. Il portavoce del Cremlino, Dimitri Peskov, ha dichiarato ai giornalisti che era difficile, dal cielo, distinguere i diversi gruppi di ribelli e, finché gli Usa non separano chiaramente i loro ribelli preferiti da “Al-Qaeda” (che sembrano quasi indistinguibili, tanto sono intrecciati), tutte le forze che loro sostengono saranno colpite senza distinzione. Il comando russo, infatti, ha chiesto da mesi agli americani di condividere informazioni sulle varie forze in azione in Siria, senza mai ottenere risposta.

Tra l’altro, esistono ben due risoluzioni Onu che decretano che “Al-Qaeda”, in Siria, deve essere combattuta, essendo non una forza d’opposizione ma terrorista.

Lo stesso Peskov, ha anche criticato duramente la lettera, firmata da cinquanta funzionari di alto livello del dipartimento di Stato americano, lettera presa in seria considerazione, dopo averne inizialmente negata la conoscenza (“Reuters Danimarca”), dal segretario John Kerry, nella quale si esortano interventi aerei, bombardando direttamente il governo legittimo del presidente della Siria (link): «La liquidazione del regime siriano – ha sottolineato Peskov – non sarebbe qualcosa che può contribuire alla prosecuzione efficace della lotta contro il terrorismo… potrebbe fare precipitare l’intera regione nel caos».

Stessa reazione del portavoce del ministero degli Affari esteri della Russia, Maria Zajarova, che ha sottolineato l’opposizione della Federazione a una soluzione militare in Siria: «Non è un segreto per noi che ci sono forze politiche negli Stati Uniti che sostengono una soluzione militare. Ma questo non è il nostro metodo».

Che la NATO (soprattutto l’America), sia guerrafondaia, non lo sostiene solo la Russia. A sorpresa, il ministro degli Esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier, si è smarcato dalla solita retorica e ha criticato la NATO per avere una politica bellicosa nei confronti della Federazione, descrivendola esattamente “guerrafondaia” (come riportato da “Bild”). «Quello che non dovremmo fare ora è infiammare ulteriormente la situazione attraverso minacce di guerra – ha aggiunto il ministro – Chi pensa che una parata simbolica di carri armati sul confine a Est dell’Alleanza porti sicurezza, si sbaglia».

Contro la corsa agli armamenti verso Mosca si è espresso anche l’ex cancelliere tedesco, Gerhard Schroeder: «La Germania dovrebbe lavorare per migliorare le relazioni con la Russia, invece di mettere truppe in prossimità dei suoi confini in Europa orientale, in particolare alla luce della storia della Germania come un invasore della Russia e dei 27 milioni di sovietici che sono morti durante la seconda guerra mondiale. Noi tedeschi, non dobbiamo mai dimenticare» ha detto attraverso le pagine del “Süddeutsche Zeitung” (link).

Commentando, poi, la decisione della NATO di schierare circa 4.000 soldati negli Stati baltici e in Polonia per aumentare le proprie capacità di difesa della regione, Schroeder ha sottolineato che la Germania «sbaglierebbe» nel prendere parte a questo rafforzamento vicino al confine con la Russia.

Schroder ha avvertito, inoltre, l’Alleanza militare che la sua politica potrebbe portare a una nuova corsa agli armamenti con la Russia e che «non aiuterà o attenuerà il conflitto con la Russia e non ristabilirà buoni rapporti». Inoltre, l’ex cancelliere ha ricordato che è ridicola l’idea che Mosca «stia elaborando un piano per invadere i paesi membri della NATO», e che questo non ha nulla a che fare con la realtà.

Le dichiarazioni di Steinmeier e di Schroder sanno molto d’ipocrisia, dato che non possono disconoscere che truppe speciali tedesche, affiancano quelle inglesi e francesi, nell’addestramento dei terroristi in Siria (“Al Mayadeen” – la pagina non esiste più - ndr)

Ancora una volta la NATO è utilizzata, dietro pretesti risibili (combattere contro il terrorismo dell’ISIS), come braccio armato della politica egemonica degli USA e del piano di aggressione e smembramento contro la Siria. «Le vere finalità d’ingerenza dei paesi NATO non sono quelle di combattere il terrorismo, visto che sono precisamente questi paesi che si sono trasformati nei principali patrocinatori di questo flagello da quando è iniziata la crisi siriana nel 2011» così s’è espresso il ministero degli Esteri siriano. E ha continuato con un comunicato nel quale considera la presenza estranea di questi reparti una violazione dei principi della Carta delle Nazioni Unite e un’aggressione ingiustificata alla sovranità e all’indipendenza della Siria.

Damasco ha avvertito che «I tentativi di mascheramento di questa presenza di truppe straniere, con il pretesto della lotta antiterrorista, non possono ingannare nessuno, visto che questa lotta contro il terrorismo richiede la collaborazione con il governo legittimo della Siria, il cui Esercito e popolo stanno combattendo in ogni parte del territorio del Paese e stanno facendo grandi sacrifici per ripulirlo dal terrorismo che minaccia la sicurezza e la stabilità di tutti i paesi».

Di fatto Washington e Tel Aviv, assieme alla Turchia di Erdogan e all’Arabia Saudita, non si sono ancora rassegnati a perdere la partita in Siria grazie all’eroica resistenza dell’Esercito e della popolazione siriana che gode dell’appoggio dell’aviazione russa.

Il rischio, è quello che questi reparti NATO possano entrare in contatto con i reparti russi, che stanno operando a fianco delle forze siriane, per ripulire il territorio dalle ultime roccaforti terroriste, ad Aleppo e a Raqqa. Un rischio ben conosciuto dal Comando USA, che probabilmente sta cercando il pretesto per aprire il conflitto diretto con la Russia e i suoi alleati.

Dietro a questi, chi comanda e decide, come ben sappiamo, non è la politica, ma la finanza. E, Soros, da Londra, insiste sul pericolo che la Russia stia diventando una potenza economica mondiale sullo sfondo del crollo dell’Unione europea (link).

Tic-Tac, Tic-Tac… il countdown è iniziato…

Extrapedia Autori
a cura della Redazione di Extrapedia


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