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La Psicologia indigena è definita da U Kim e JW Berry (1993) come “lo studio scientifico del comportamento o della mente umana che è nativo, che non è trasportato da altre regioni e che è progettato per la sua gente”. La Psicologia indigena generalmente sostiene l'esame delle conoscenze, abilità e credenze che le persone hanno di se stesse e le studia nei loro contesti naturali. Teorie, concetti e metodi sono sviluppati per corrispondere a fenomeni psicologici. La Psicologia indigena sostiene esplicitamente l'incorporazione sia del contenuto sia del contesto della ricerca ed è considerata necessaria poiché le teorie psicologiche esistenti non sono necessariamente universali e possono spesso rappresentare la Psicologia e le tradizioni culturali dell'Europa e del Nord America. “La Psicologia indigena cerca di scoprire in che modo le opinioni culturali, le teorie, i presupposti e le classificazioni accoppiati con le istituzioni sociali globali influenzino gli argomenti psicologici nelle rispettive culture. Le Psicologie indigene sono radicate nelle influenze sistematiche delle istituzioni formali, politiche ed educative, nonché fattori sociali che hanno e continueranno a cambiare lo stato della psicologia. Queste psicologie nascono dalle componenti di base, politiche, economiche, religiose e sociali di ogni cultura”. ¹⁾ Le Psicologie indigene di solito usano due distinti categorie di conoscenza psicologica; conoscenza scientifica e applicata riflessa nella psicologia scientifica e professionale. Molti paesi indigeni danno la priorità a queste due categorie, in genere basate sull'applicazione della conoscenza psicologica per superare le sfide che la loro cultura deve affrontare, come il rafforzamento dell'istruzione, del lavoro, della salute, del controllo della popolazione e conflitto religioso.