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Ritorno alle Monete Complementari

Cat. “Autori
Roberto Morini (fisico nucleare e filosofo)
02 aprile 2016

Ritorno in modo ancora più dettagliato e incisivo sulle monete complementari, perché sono, per ora, l'unica alternativa collaudata al suicidio economico (e non solo) portato dall'Euro.

Ecco una serie di notizie sulle monete complementari che ognuno ha l'obbligo morale di copiare, di trasmetterle via e-mail ad amici, conoscenti e parenti, affinché si conosca una realtà che nessun media ufficiale renderà mai convincentemente pubblico.

Secondo gli ultimi dati, sono circa cinquemila le monete complementari che attualmente circolano in tutto il mondo. Il loro successo è sempre andato di pari passo con le grandi crisi economiche, quando cioè la valuta ufficiale attraversa momenti difficili. Non è un caso che, una tra le monete complementari con maggior successo sia oggi il Wir svizzero, nato nel 1934 sulla scia del crack mondiale del 1929. Introdotto per salvare gli imprenditori elvetici dalla crisi economica, oggi in Svizzera il Wir (che non è una moneta cartacea, ma esiste a livello di carta di credito e di assegno) è utilizzato da 60mila piccole e medie imprese che si scambiano beni e servizi e, lo comprano, lo vendono, o chiedono un prestito ipotecario con un tasso d'interesse dell’1%.

Detto questo, qui in particolare, si parla del successo del Sardex, la moneta alternativa usata in Sardegna (la prova provata che le monete complementari funzionano anche in Italia), ma si fa cenno anche ad altre, più o meno emergenti, con i relativi collegamenti per potere avere finalmente accesso a una valuta, senza costi, non gestita da banche nazionali e sovrannazionali.

Il Sardex nasce nel 2009 come moneta complementare per spezzare le catene dell’Euro e abbattere la crisi che stava per destinare migliaia di aziende al fallimento, con relativa disoccupazione. Nel giro di quattro anni, invece, l’introduzione del Sardex ha portato le oltre 2.500 imprese, che fanno parte del circuito, non solo a uscire dalla crisi, ma a incrementare il loro fatturato del 15-20 per cento.

Carlo Mancosu, trentaquattrenne cagliaritano e uno degli ideatori di Sardex.net (divenuto Sardexpay.net), spiegava qualche tempo fa: «Il pubblico degli iscritti è decisamente vario. Il nostro conto lo aprono imprese, professionisti, lavoratori, associazionismo e terzo settore e molto presto i cittadini. Sardex è una moneta complementare e supplementare, capace di affiancarsi a quella tradizionale: Di fatto ne ha controbilanciato almeno in parte la caduta. Perché si tratta di un circuito in cui le aziende dell’isola, attraverso l’utilizzo di una unità di conto digitale, hanno la possibilità di sostenersi a vicenda, finanziandosi reciprocamente senza interessi».

E ancora: «Il nostro progetto, partito in silenzio adesso è stato sposato anche da altre regioni. Diversi imprenditori ci hanno contattato per far parte del nostro circuito in tutta Italia, da nord a sud. Per esempio, negli ultimi dodici mesi il circuito è partito in altre Regioni. Il Sardex è già stato esportato in Veneto (Venex), Piemonte (Piemex), Emilia Romagna (Liberex), Marche (Marchex), Lazio (Tibex), nella zona del Sannio (Samex) e in Sicilia (Sicanex [e il Grano])». Aggiungo anche il Valdex in Valle d'Aosta, come già ripetuto in altri aggiornamenti.

A quanto pare, l’idea di evitare il pagamento in Euro preferendogli il Sardex ha convinto così tanto gli imprenditori al punto di pagare gli stipendi, o parte di questi in Sardex.

«Più di 1.200 dipendenti, delle aziende del circuito - continua Mancosu - hanno chiesto di essere pagati in Sardex. Questo facilità di gran lunga le procedure per i pagamenti, soprattutto per le aziende in crisi. C’è chi addirittura ha chiesto un anticipo del TFR in Sardex. Un altro esempio è che con 10.000 Sardex si può avviare la ristrutturazione di una casa. Il dipendente chiede un anticipo all’azienda e poi si impegna a restituire il credito a tasso zero nei mesi successivi. Pensate come sarebbe difficile fare tutto ciò con l’Euro e soprattutto con le banche che chiudono i rubinetti».

In Sardegna, ormai, si vive senza l'Euro. La moneta imposta dall’UE si usa solo laddove è impossibile fare altrimenti, per tutto il resto si usa il Sardex. L’obiettivo per il 2015 era quello di arrivare a più di 3.250 imprese aderenti al circuito e passare dai 30 milioni di transazioni del 2014 ai 60 milioni. Mancosu aveva un solo rimpianto: «Le tasse allo Stato vanno pagate in Euro, se si potessero pagare in Sardex forse le cose andrebbero in modo diverso».

Per maggiori dettagli, collegatevi al sito ufficiale oppure visionate questo video (link).

Iniziative dello stesso tenore del Sardex stanno prendendo piede in tutta la Penisola. È la risposta migliore, se non l'unica (l'alternativa sarebbe una rivoluzione) alle crisi imposte dal sistema; alle quote; al tetto della disoccupazione che non deve scendere sotto il 12%; alla volontà spregiudicata e, apertamente dichiarata, di volere impoverire il popolo italiano; alle rapine legalizzate, ecc…

A Varese e a Torino si lavora per introdurre rispettivamente il “Bosino” e il “Taurino”, monete da utilizzare su base volontaria per scambiare beni e servizi, tutelando il tessuto produttivo del territorio e salvaguardando il potere d’acquisto dei cittadini contro il carovita e la crisi dell’Euro. In Sicilia è in cantiere un progetto per lanciare la valuta elettronica complementare “Tarì”, che riprende il nome della moneta d’oro introdotta nell’isola nel X secolo dagli arabi.

Le rivoluzioni intelligenti si fanno così!… informatevi, informate e aderite in massa…

Extrapedia Autori
a cura della Redazione di Extrapedia


db/ritorno_alle_monete_complementari.txt · Ultima modifica: 17/08/2021 11:53 da @Staff R.