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Taxing Time (Tempo di Tassare)

Cat. “Autori
Roberto Morini (fisico nucleare e filosofo)
06 giugno 2016

Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) non è prolisso come l'Europa comunitaria che, solo per regolamentare l'importazione delle caramelle, approntò un documento iniziale (a metà degli anni '80) di ben 25.911 parole, contro le 300 della Dichiarazione americana d'indipendenza, come fece osservare Franz-Josef Strauss, politico bavarese. E, quando pubblica un dettagliatissimo documento di un centinaio di pagine, con statistiche, proiezioni e piani particolareggiati, lo fa con cognizione di causa e, con la ferrea intenzione di dargli seguito.

Il documento in questione è datato Ottobre 2013, con tanto di revisione del 15/10/2013 ed è un quadro fiscale mondiale (Fiscal Monitor - link) imperniato sul “Taxing Time”, cioè: sul “Tempo di Tassare”, con piani volti a far si che i governi, gravati da enormi spese e, con debiti fuori controllo, possano saccheggiare i propri cittadini utilizzando un mix di tasse molto più elevate, compresa la confisca dei loro risparmi.

Documentando che, i suddetti paesi con un alto debito pubblico, hanno ben poche opzioni rimanenti da esplorare, tra le quali: “ripudiare il debito pubblico” – in altre parole, diventare inadempienti sui titoli di Stato – o “gonfiare” ancor più la creazione di moneta dal nulla, attraverso le Banche Centrali di proprietà privata, al fine di gravare ancor più sul pubblico (esempio FED - link), propone anche misure coercitive, per impedire una qualsiasi fuga di capitali, prima che possano essere legalmente rapinati. Ignorando, altresì e, volutamente, i problemi reali: il debito basato su una moneta creata dal nulla, i salvataggi bancari privi di regole e, un sistema monetario fattosi cartello.

Tra le due opzioni, che rappresentano in ogni caso un massiccio trasferimento di ricchezza, il FMI spinge sulla confisca della ricchezza in modo diretto (alla governo Amato del 9-10 luglio 1992): «Il forte deterioramento delle finanze pubbliche in molti paesi ha riacceso l’interesse su un prelievo di capitale, una tassa una tantum sulla ricchezza privata, come misura eccezionale per ripristinare la sostenibilità del debito. L’invito è che si crei nel pubblico la convinzione che una simile tassa non sarà mai più ripetuta, per non distorcere il comportamento e vederla come azione equa».

Citando un campione di quindici paesi dell'eurozona, il rapporto sostiene che, tutte le famiglie con una ricchezza netta positiva (con conti in attivo), dovrebbero essere “tassate” con un prelievo “una tantum” del 10%. E, l'Italia ovviamente, con un regime di tassazione arrivato al 44,3% col governo Letta e, un rapporto debito/PIL lanciato a briglia sciolta col governo Renzi, che ora si aggira attorno al 132,7%, è ormai costretta a fare delle scelte obbligate.

Siccome, chi ha dei risparmi da parte, cercherà di sottrarsi in tutti i modi al saccheggio, il documento suggerisce anche le misure drastiche che devono essere considerate e, adottate, per fermarli, attingendo da diversi esempi: «C’è una sorprendentemente grande quantità di esperienza a cui attingere, come tali prelievi sono stati ampiamente adottati in Europa, dopo la Prima Guerra Mondiale, in Germania e in Giappone dopo la Seconda Guerra Mondiale. Quest'esperienza suggerisce che c’è stata una perdita di credibilità per il mancato raggiungimento della riduzione del debito. In gran parte dovuto al ritardo nell'introduzione della tassa, che ha dato tempo a un vasto piano di fuga di capitali la quale, a sua volta, ha spinto fortemente verso l’inflazione».

Tuttavia, nel proporre la confisca della ricchezza della classe media, in un solo colpo e a titolo definitivo, gli analisti del FMI riconoscono che il prelievo ai soli “ricchi” non sarà sufficiente a ripristinare il debito pubblico, riconducendolo a livelli “sostenibili”.

Nel sottolineare poi, come le persone e i loro beni possano spostarsi con estrema facilità, il documento suggerisce di confiscare volumi diversi di ricchezza, con metodi appropriati, in base alle diverse possibilità di proteggere i propri risparmi da questa rapina legalizzata. È un dato di fatto che nel documento si legga: «Analogamente, un progresso sostanziale richiede una migliorata collaborazione internazionale per rendere difficile a quelli molto benestanti di evadere la tassazione spostando altrove i propri soldi». E, su questi, arriva anche la quantificazione del prelievo, volto ad azzerare ogni benessere raggiunto: «Una tassa sui ricchi variabile tra il 60% e il 70% potrebbe essere il massimo applicabile da quei governi in condizioni disperate. Un approccio volto a massimizzare le entrate tassando i ricchi dovrebbe effettivamente ridurre a zero il loro benessere. Se si grava di meno su chi ha entrate maggiori, si dovrà aumentare il massimo della tassazione sulla produzione».

Applicando quest'ultima alternativa, le aziende private che cercassero di ridurre il peso, ormai insostenibile, delle proprie tasse usando dei piani di tassazione – così indicati nel documento – sono anch’esse nel mirino del FMI, attraverso il progetto di confisca della quota di maggior guadagno, ottenuto grazie a tali piani. Per esempio, in una sezione intitolata: “Trucchi nelle Transazioni”, il documento dichiara abusivi tutti quegli atti che includono la fornitura di servizi direttamente da giurisdizioni a bassa tassazione.

Sostanzialmente il FMI e, altre Istituzioni internazionali finanziate coi soldi dei contribuenti, si augurano di veder realizzato un più rigido regime impositivo mondiale (link) che garantisca loro il massimo di prelievo possibile dal benessere privato, anche grazie alla tassazione delle società. E questo, con il plauso di tutti quelli che anelano a un unico governo mondiale (link), 1) d'accordo sul fatto, riportato nel documento stesso, di non sprecare le occasioni quando si presentano: «L’occasione per rivedere la struttura internazionale delle tassazioni si presenta una volta in un secolo. Non dobbiamo abbassare la guardia davanti a questioni fondamentali».

Le devastanti conseguenze, nei programmi governativi, del dissipare dei volumi sempre maggiori di capitale produttivo sono, ovviamente, del tutto ignorate. A fronte di ciò, l’assunto non detto esplicitamente, che sottostà a queste idee radicali, è che le aziende possano esistere solo per produrre utili per i governi e non a vantaggio degli imprenditori e degli azionisti come, invece, si è sempre ritenuto dovesse essere.

In buona sostanza, il messaggio risulta oltremodo chiaro: quello che il FMI sta dicendo realmente è che, la massiccia confisca di ricchezze, che esso propone, deve essere concretizzata rapidamente e silenziosamente, prima che la gente abbia la possibilità di sfuggirle.

Marginale, a questo punto, l’armonizzazione delle tasse tra le diverse giurisdizioni, laddove un governo, per attirare attività e capitali stabilisca delle aliquote di tassazione più basse, per le quali, secondo il FMI, gli altri governi si ritroverebbero defraudati del loro diritto di confisca.

Mentre, da una parte, il documento è quasi completamente sfuggito all’attenzione dei media ufficiali allineati, quegli analisti che lo hanno studiato in profondità ne sono rimasti sconvolti. Raul Meijer fece notare, in una sua analisi postata su Market Oracle, che: «Ora la cosa può sembrare assolutamente inverosimile, e la maggior parte della gente si aggrapperà ancora all’idea che non faranno mai una cosa del genere, ma, come promesso dai rappresentanti dell'UE (link), la rapina di Cipro [25 Marzo 2013, coloro che avevano depositato più di 100.000 Euro presso la Banca di Cipro hanno perduto il 40% del loro denaro e il 60% se era depositato presso quella di Laiki] è servita da capofila per le future ruberie… Il fatto che il FMI possa proporre la cosa, e così apertamente, suggerisce che se solo potessero immaginare come farlo, lo farebbero».

Contemporaneamente, Bill Frezza, del “Competitive Enterprise”, scriveva su Forbes evidenziando tre fondamentali implicazioni contenute nel documento.

La prima implicazione è che gli economisti del FMI comprendono che, data la situazione attuale, non ce ne sarebbe abbastanza per finanziare i governi anche se fosse espropriato il 100% delle ricchezze dell’1% più ricco. E Frezza spiegava: «Questo significa che, stando alla formulazione del FMI, tutte le famiglie con un bilancio totale positivo (positive net wealth) – cioè tutti i pensionati con dei risparmi, o tutti quelli che detengono dei titoli immobiliari – saranno derubati dei propri risparmi».

«La seconda importante implicazione - proseguiva Frezza - è che una tale negazione della proprietà privata non sarà comunque nemmeno sufficiente a saldare i debiti dei governi occidentali, né a finanziare i propri bilanci in modo da poter ripartire. Quello che farà, per dirla con le parole del FMI, sarà di ripristinare la sostenibilità del debito, cioè permetterà ai governi di continuare a chiedere prestiti, fino a che non si abbatterà la crisi successiva, per la quale serviranno, ovviamente, misure ancora più forti».

«L’ultima implicazione - chiariva Frezza - è che se la classe politica non riesce a raccogliere il coraggio necessario per mettere in pratica questa colossale rapina, le uniche alternative offerte dal FMI sono il ripudio del debito o l’iperinflazione». E aggiungeva: «Proposte di riforme strutturali di questi programmi, tipo schema-Ponzi, che ci stanno mandando in bancarotta, non se ne vedono».

Frezza concludeva dipingendo un quadro a tinte fosche, su cosa il futuro riserverà ai cittadini, se non saranno bloccate le prossime ruberie legalizzate: «La bancarotta degli stati moderni ci sta portando proprio lì, al controllo del capitale e alle limitazioni nell’uscita. Così i proverbiali quattro lupi e un agnello potranno votare sul cosa ci sarà per cena. Speriamo che il rischio di finire nel menu spaventi tanto i cittadini da non farli votare coi piedi».

In un’altra abbattente analisi del documento del FMI (link), Ryan Bourne – capo delle analisi economiche al “Centre for Policy Studies” – lo attaccava perché pieno di idee “di sinistra”. Scriveva Bourne: «Il FMI sta giocando con il fuoco, dando un appoggio intellettuale alla tassazione punitiva. Sotto le sue politiche c’è l’assunto ideologico che la ricchezza sia una risorsa collettiva, che i governi siano dei benevoli ricercatori del bene comune, la cui capacità di fornire servizi sia minata dall’erosione della tassazione … Queste politiche dovrebbero essere viste come il fumo negli occhi da chiunque abbia a cuore la libertà individuale, la crescita e una responsabilità fiscale di lungo periodo».

Per il comandante in capo del FMI, Christine Lagarde, invece, quello che chiederanno i futuri confiscatori della ricchezza mondiale, è semplicemente parte delle rivendicazioni per una politica fiscale equa e, durante una riunione dirigenziale puntualizzò che (link): 2) «Si tratta chiaramente di un qualcosa che interessa i ministri delle Finanze, di un qualcosa che è necessario per il giusto equilibrio delle finanze pubbliche. Ci sono tante opportunità perse».

«Abbiamo dovuto leggerlo due volte per essere certi di avere davvero capito bene» disse riferendosi al documento del FMI, Nicolas Mombrial, capo della “Oxfam” di Washington, aggiungendo che: «È raro che le proposte del FMI siano così sorprendenti». Trattandosi di un'esclamazione di più di due anni fa è comprensibile la sorpresa. Chissà cosa penserà ora con la soluzione individuata, sempre dal FMI (Global Financial Stability Report del 15/04/2016), per i problemi pensionistici: “Dovete morire prima!”…

Ancora più significativo il fatto che il FMI sia palesemente predisposto per operare come Banca Centrale (link) responsabile di un'unica valuta mondiale (link). Infatti, già emette una valuta proto-globale (link) nota con il nome di Special Drawing Rights (Diritti Speciali di Ritiro). Ma i burattinai hanno altri programmi, ancora più grandi, ampiamente documentati dalla rivista ”The New American“ (link).

Difficilmente entrerà in testa al privato cittadino che non ha scampo e, magari, confiderà in qualche appoggio politico, o nei rapporti confidenziali col proprio direttore di banca, sperando d'avere il tempo di mettere al sicuro il proprio denaro. Ma è proprio questo il punto dolente: il denaro. Denaro che materialmente non esiste per il 97% dell'intero volume in circolazione!

Ma non sarà possibile attingere nemmeno a quell'esiguo 3% di denaro reale, tangibile, perché quando decideranno di compiere il passo, suggerito dal FMI, bloccheranno le banche senza alcun preavviso, come hanno già fatto a Cipro nel 2013… e… senza conseguenze di alcun tipo…

Anche i titoli di Stato, da sempre ritenuti un bene rifugio sicuro, ora sono a rischio d'insolvenza. Tra i quattro lupi e un agnello riuscite a indovinare cosa ci sarà per cena?

Extrapedia Autori
a cura della Redazione di Extrapedia


1)
ndr: “L'articolo che stavi cercando è scaduto e non è più disponibile sul nostro sistema. Ciò è dovuto ai termini di licenza del newswire”
2)
ndr: “L'articolo che stavi cercando è scaduto e non è più disponibile sul nostro sistema. Ciò è dovuto ai termini di licenza del newswire
db/taxing_time.txt · Ultima modifica: 17/08/2021 11:58 da @Staff R.