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Vaccini e conseguenze, l'isteria dell'ISS conferma: la scienza non è democratica, ovvero segue il potere (e i soldi)

Articolo Di Max Del Papa

Dopo l'articolo dei tre ricercatori eretici su “Pathogens”, la reazione dell'Istituto Sanitario del governo è scomposta come di chi teme l'incrinarsi del vetro delle verità ufficiali. Ma è troppo tardi per far scattare censure patetiche.

La scienza, dicono, appelliamoci alla scienza, la sacra scienza che chiude tutte le discussioni ma poi se la scienza non combacia con l'ideologia o almeno coi vantaggi che una militanza può assicurare, la si congela come fiale scadute. Secondo italico costume per cui tutto è assioma finché conviene. Forse è questo che intendono gli esperti improvvisati quando ripetono il mantra, “la scienza non è democratica”: democrazia progressiva, via, alla sovietica. Che si piega ai desiderata di partito, al volere del regime, al “non ti vaccini ti ammali muori e fai morire” che è la verità di regime del tutto contraria, come si è poi constatato, come qualcuno, per la verità, non ha mai smesso di gridare, vox clamantis in deserto, alla verità della scienza.

È istruttiva la faccenda in seno all'ISS, l'Istituto Superiore di Sanità, istituzione di matrice governativa responsabile della politica sanitaria in tempo di Covid: tre ricercatori a un certo punto non ce la fanno più e tirano fuori quello che non pochi, comunque sempre di più dopo i primi incresci vaccinali, mormoravano: cosa cazzo ci stanno facendo? E la risposta soffiava nel vento e qui, secondo i padroni del vapore pseudoscientifico, avrebbe dovuto disperdersi. Invece no. Loredana Frasca, Giuseppe Ocone e Raffaella Palazzo scrivono una ricerca e la pubblicano in forma di articolo, “Safety of COVID-19 Vaccines in Patients with Autoimmune Diseases, in Patients with Cardiac Issues, and in the Healthy Population” sulla rivista scientifica Pathogens: si parla dei rischi dei vaccini o sieri o pozioni anti-Covid somministrati a soggetti sani, o con malattie autoimmuni o con problemi cardiaci, quelli per intenderci sempre più rubricati, e fin che possibile occultati, sotto la voce “reazioni avverse” in forma di miocarditi, pericarditi e malori improvvisi, sino a folgorazioni e infarti che, per abbondante combinazione, finiscono per fulminare, a distanza ravvicinata, chi ha proceduto a somministrazione, in ogni età e di qualsiasi estrazione sanitaria: normali, sedentari, ma pure sportivi episodici, amatoriali o professionisti.

Quando si dice scoprire gli altarini: “Attualmente, la reale efficacia dei vaccini a mRNA contro le varianti di Omicron non è chiara e sembra essere inferiore a quella ottenuta con le varianti precedenti, anche con una quarta dose. Esistono, infatti, studi che dimostrano che, dopo diversi mesi dall'inoculazione, la protezione nei confronti della malattia da COVID-19 ottenuta con i vaccini a mRNA viene quasi del tutto a mancare, a meno che non vengano assunte ulteriori dosi, e questo si era notato già al momento della diffusione della variante Delta”. Lo studio ha in sé la forza dirompente non dell'inedito ma della conferma: esce il 2 di febbraio e immediatamente scatena l'apriti cielo. È l'Istituto stesso a scomunicare i tre incauti con parole di fuoco: i toni sono furibondi fino al grottesco: farina, dice l'ISS, del solo sacco degli autori, noi non c'entriamo anzi ci dissociamo, chi l'ha scritto è fazioso, scorretto, saccheggia in modo arbitrario la letteratura scientifica. Ma davvero? Peccato supremo, i tre punk in camice non si allineano alla produzione ufficiale, che tuttavia sembra troppo spesso presa di peso dall'ufficio stampa delle varie Pfizer e Moderna. Ad onta, i tre infami si sono permessi di pubblicare sulla rivista “senza seguire la procedura di valutazione scientifica richiesto delle linee guida sull’integrità della ricerca dell’Iss a garanzia della qualità scientifica del lavoro pubblicato“. Cioè senza prima avvertirci, senza sottoporsi alla nostra censura preventiva. L'avevamo, anzi l'avevano detto, che la scienza non è democratica.

Il problema è che non basta una smentita burocratica e la reazione, sull'isterico, dell'Istituto diretto da Silvio Brusaferro ingenera forti sospetti: come quando si va a toccare un nervo scoperto, qualcosa che va assolutamente tenuto in camera caritatis. A leggere le proteste dell'ISS, si ha la netta sensazione che si voglia dire: sappiamo che le cose affermate dai tre eretici sono vere e proprio per questo non andavano divulgate. Non solo e non tanto per questioni di credibilità istituzionale, abbondantemente pregiudicata in tre anni di sfondoni e di scienza propagandistica, ma perché, si direbbe, il big business è ancora in corso, almeno in Italia: altrove la mania vaccinale si è fermata, si è estenuata si direbbe per consunzione fisiologica e per la massa di reazioni avverse impossibili da ignorare, da sottostimare; fioccano articoli e relazioni, pubblicate sulle grandi testate americane, dal Wall Street Journal a Newsweek, ma anche, in modo più contenuto, sui fogli progressisti e vaccinisti quali il New York Times, al confronto dei quali l'intervento dei tre ricercatori italiani è acqua zuccherata: “Sul Covid abbiamo sbagliato tutto, la strategia delle chiusure e delle vaccinazioni a oltranza”, hanno potuto leggere a milioni negli Stati Uniti, “è responsabile di migliaia se non milioni di morti”. Parlano a livello globale, ma di quelle migliaia molte stanno in Italia. Dove però è ancora un crimine confrontarsi, ammettere ciò che nascondere non si può più. Almeno per degli scienziati che vogliono continuare a sentirsi tali, il che implica una assunzione di responsabilità, di verità.

La reazione governativa, istituzionale invece è improntata ad omertà. Un'omertà anche ipocrita perché già nel 2021, all'arrivo dei vaccini, fu precisamente l'ente sanitario a rilasciare un report secondo il quale gli effetti secondari, a lungo termine, di questi preparati non erano noti né conoscibili allo stato e potevano presentare conseguenze anche rilevanti. Chi scrive lo scorse con attenzione e fu il primo a darne conto su una testata nazionale: non ricevette ombra di smentita.

Non importa. Possono passare mesi e anni, ma la realtà vera alla fine esce con la forza delle evidenze e queste sono destinate a trovare conferma negli studi, nei numeri, nelle circostanze. Anche se ci sono ancora milioni di fiale che stagionano nei dispensari sottozero. Anche se la ineffabile UE ha ordinato 4 miliardi di dosi, 3 delle quali inutilizzate proprio per i timori, sempre più insistenti, sempre più precisi, nei potenziali assuntori. Anche se gli affari, colossali, tra la indicibile Ursula e lo sfuggente Bourla di Pfizer restano cosa loro. Anche se non si sa ancora, almeno ufficialmente, sulle cause del virus più di quanto non si sappia sull'azione dell'antivirus. La sortita dei tre è stata subito intercettata e affossata come il pallone spia cinese, in rete si trova pochissimo e quel poco di ispirazione governativa, cioè teso alla delegittimazione. Non importa, il vetro opaco si è incrinato, possono cercare di smerigliarlo come gli pare, ma servirà a poco: da qui in avanti, saranno solo conferme. Alla fine, qualche testa dovrà cadere, ma non è detto siano quelle dei tre ricercatori che hanno bestemmiato nel tempio della scienza votata alla politica.

Extrapedia Autori
05 febbraio 2023
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db/vaccini_e_conseguenze_l_isteria_dell_iss.txt · Ultima modifica: 10/02/2023 17:28 da @Staff R.