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I vaccini salvano la vita

Non annoierò i miei pochissimi lettori illustrando loro i motivi per cui non credo in nessuna religione. La cosa è del tutto priva d’interesse. Questo, però, non mi ha mai impedito di rispettare profondamente qualunque credo.

Cercherò, invece, di spiegare perché i vaccini, attraverso la religione, salvano la vita.

Da un po’ di tempo, in realtà pochissimo, è venuta alla ribalta una pratica tecnica che esiste da decenni e che, tuttavia, pare essere sempre passata inosservata. Mi riferisco all’uso dei feti umani nel processo di produzione di alcune decine di tipi di vaccino, quasi tutti di larghissimo impiego e non di rado addirittura di somministrazione obbligatoria.

Come ripetuto più volte e come è ovvio, quei feti devono essere sani perché non è saggio usare materie prime che potrebbero rivelarsi deleterie alla buona riuscita del processo di produzione. E, allora, si ricorre alla pratica più elementare: si acquistano i feti da signore o signorine che si prestano ad abortire materiale conforme.

Una volta che più di qualcuno ha sbirciato sotto il coperchio di un pentolone che racchiude ben altro, la Chiesa Cattolica Romana, da sempre all’avanguardia nel contrastare l’aborto elencandolo al primo posto tra i peccati mortali, ha cercato di affermare che la pratica non esiste: insomma, quella che oggi si etichetta con l’esotica definizione di fake news. È naturale che, davanti a prove incontestabili fornite perfino dai produttori di quei farmaci, non bastavano più affermazioni generiche né, tanto meno, goffe arringhe d’ufficio di pretini sprovveduti. Bisognava escogitare qualcos’altro, stante il fatto che, per ragioni in attesa di spiegazione comprensibile, la Chiesa è schierata al fianco delle case farmaceutiche.

Il Sommo Pontefice, allora, avrebbe potuto regalare un’indulgenza plenaria: tutti gli aborti sono cancellati dalla fedina penale celeste. Ma ci sarebbe stato il problema dell’oggi in poi. Se il passato risultava inesistente come nella società immaginata da George Orwell, che ne sarebbe stato del futuro? Sì, perché il business legato ai feti abortiti ed accuratamente sezionati (filetto, controfiletto, lombata…) mica poteva essere interrotto. Ecco, allora, il colpo di genio. Sul volo che lo riportava a Roma dal Centro America, il Sommo Pontefice dà a tutti i preti la facoltà di cancellare il peccato mortale di aborto. Per misericordia, sia ben chiaro (http://www.ilgiornale.it/news/politica/papa-francesco-sullaborto-misericordia-tutti-peccato-si-1635514.html?mobile_detect=false). Insomma, produttori, commercianti e utilizzatori di feti abortiti giù fino a tutta la corte dei miracoli che ad ogni punturina riceve un soldino non avranno altro disturbo che procurarsi il prete disponibile e tutto continuerà come prima. Anzi, molto meglio di prima perché non ci saranno più dubbi: prendendo a prestito un concetto di Vujadin Boskov, peccato è quando prete dice.

Ora, a fronte di questa mossa magistrale del concorrente più temibile, ci si deve aspettare la contromossa di ebrei e musulmani. Oggettività vuole che la pelle del maiale, animale immondo per ambedue le religioni, sia bollita e ridotta a gelatina per essere usata come efficace stabilizzatore termico nei vaccini e, dunque, se ebraismo ed islam non sono scaduti a buffonate, bisogna fare qualcosa. Che cosa? Forse vedremo femmine di maiale in chador e maschi in kippah? Un fatto è certo: se, come risulta chiaramente da tutti i dati degli enti statistici inglesi e americani, nessun vaccino ha mai salvato una vita terrena e, anzi, di vite se ne sono portati via a milioni, i vaccini stanno garantendo la beatitudine eterna, il che è infinitamente (in senso stretto) di più. Si portano a casa quattro soldi e il passaporto per le delizie dell’oltretomba sono assicurate. Meglio di così… Ma c’è di più: strette intorno all’unica divinità universalmente riconosciuta, vale a dire il santissimo denaro, si sta raggiungendo quel sincretismo, quel riconoscimento della divinità unica e, per forza di cose, divinità comune cui mai ci si era avvicinati.

E, concludendo, mi si lasci licenza di citare un paio dei perfetti doppi senari del poema Ifigonia:

Noi siamo felici, noi siamo contenti
le chiappe del culo porgiam riverenti

Dove i glutei che compaiono con quella che a Dante non parve una volgarità sono porti con riverenza all’ago che darà a tutti la beatitudine eterna e, come benefico effetto collaterale, alzerà il PIL.

Bando alle chiacchiere: in attesa dei rabbini e degl’imam, un grazie al Santo Padre. Ora il coniglio che sussurra ai somari avrà un’arma in più.

Extrapedia Autori
31 gennaio 2019
Stefano Montanari
Credits


db/vaccini_salvano_la_vita.txt · Ultima modifica: 10/06/2021 17:20 da @Staff R.