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World Wide Web

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La World Wide Web è uno spazio informativo in cui documenti e altre risorse Web sono identificati dagli Uniform Resource Locator (URL), che possono essere interconnessi dall'ipertesto e accessibili su Internet. Le risorse del WWW sono accessibili agli utenti da un'applicazione software chiamata browser web.

Lo scienziato inglese Tim Berners-Lee ha inventato il World Wide Web nel 1989. Ha scritto il primo browser web nel 1990 mentre lavorava al CERN vicino a Ginevra, in Svizzera. 1) Il browser è stato rilasciato al di fuori del CERN nel 1991, prima ad altri istituti di ricerca a partire dal gennaio 1991 e poi al pubblico generale nell'agosto del 1991. Il World Wide Web è stato fondamentale per lo sviluppo dell'era dell'informazione ed è lo strumento principale che miliardi di persone utilizzano per interagire su Internet. 2)

Le risorse Web possono essere qualsiasi tipo di supporto scaricato, ma le pagine Web sono supporti ipertestuali che sono stati formattati in Hypertext Markup Language (HTML). 3) Tale formattazione consente collegamenti ipertestuali incorporati che contengono URL e consentono agli utenti di navigare verso altre risorse Web. Oltre al testo, le pagine Web possono contenere immagini, video, audio e componenti software che sono visualizzati nel browser Web dell'utente come pagine coerenti di contenuti multimediali.

Più risorse web con un tema comune, un nome di dominio comune, o entrambi, costituiscono un sito web. I siti Web sono archiviati in computer che eseguono un programma chiamato server Web che risponde alle richieste effettuate su Internet dai browser Web in esecuzione sul computer dell'utente. Il contenuto del sito Web può essere in gran parte fornito da un editore o in modo interattivo in cui gli utenti contribuiscono al contenuto o il contenuto dipende dagli utenti o dalle loro azioni. I siti web possono essere forniti per una miriade di motivi informativi, di intrattenimento, commerciali, governativi o non governativi.

Considerazioni

Da quando è entrato il vigore il GDPR (Regolamento Generale - Europeo - sulla Protezione dei Dati n. 679/2016) in data 25 maggio 2018, per gli utenti europei la “World Wide Web” (letteralmente: World Wide [in tutto il mondo] e “Web” [Rete]) non è più la stessa. È diventata una “Restricted Web” (letteralmente: Restricted [limitata] Web [Rete]) ed è comprensibile che molti abbiano adottato la regola di “tagliare” l'accesso ai Paesi SEE/UE, giacché, tra: le 173 Considerazioni in premessa, gli 11 Capitoli del Regolamento che si snodano in 99 Articoli, suddivisi in 399 Paragrafi (o Commi), a loro volta ampliati da 360 Lettere, con 588 rimandi a riferimenti interni e 17 ad altre direttive, norme e regolamenti, il tutto modificato dalle 47 rettifiche pubblicate nella G.U.U.E. del 23 maggio 2018, n. 127 Serie L e quant'altro, senza contare i “Consideranda”, quello che è comprensibile e che, ovviamente, terrorizza, sono le “Sanzioni”: dai 10 ai 20 milioni di Euro (o in ogni caso corrispondenti al 4% del fatturato annuo mondiale del trasgressore)!

Se per la “Trasparenza nella gestione dei trattamenti” (Art. 12) è richiesto che “Il titolare adotti misure appropriate per fornire all'interessato tutte le informazioni/comunicazioni relative ai trattamenti gestiti dalla propria organizzazione, in forma concisa, trasparente, intelligibile e facilmente accessibile, con un linguaggio semplice e chiaro, agli stessi criteri sottolineati doveva attenersi anche l'Organo legislativo e quanti, a scalare, avrebbero dovuto adeguarsi adottando tale Regolamento a livello nazionale. Il GDPR rinvia, infatti, alle normative dei singoli Stati membri per la disciplina dei vari settori e ambiti.

L’Autorità Garante della Privacy italiana, ha affermato che il GDPR rappresenta ”la prima e più importante risposta che il diritto abbia espresso nei confronti della rivoluzione digitale“. Lo scorso 7 maggio (2019), tuttavia, il presidente Antonello Soro, durante il suo intervento presso la Camera dei Deputati, premendo sulla presa di consapevolezza da parte di organismi politici, associazioni, istituzioni e, quant'altri, sottolineando, altresì, che nessuno può negare come “il valore e il potere del dato personale sia il motore della società digitale”, dalla cui lesione potrebbero discendere danni ai diritti fondamentali, ha espresso una verità che è stata interpretata solo a senso unico: «sull’altare dove si celebra ogni giorno la potenza del mercato dei dati, si sta consumando l’agonia della democrazia, prima, e la libertà dell’uomo, subito dopo».

Ecco che, facendo riferimento unicamente ai media statunitensi (Servizi di pubblica utilità: testate giornalistiche e TV - si vedano gli esempi a seguire), laddove può darsi che qualcuno si sia adeguato, o addirittura abbia completamente ignorato le direttive europee, altri (la maggior parte) si sono tutelati vietando agli utenti europei l'accesso alle informazioni. Da qui la Restricted Web e il grande ”successo“ ottenuto dal GDPR.

Mentre alcuni adottano una falsa “linea soft”, per esempio: «I nostri visitatori europei sono importanti per noi. Questo sito non è attualmente disponibile per i visitatori provenienti dallo Spazio economico europeo mentre lavoriamo per garantire che i tuoi dati siano protetti in conformità con le leggi UE applicabili» (dopo un anno e mezzo dall'entrata in vigore del Regolamento non è più plausibile affermare che stiano ancora “lavorando per garantire la protezione dei dati” e ciò vale per tutti), altri sono più incisivi «451: non disponibile per motivi legali. Riconosciamo che stai tentando di accedere a questo sito Web da un paese appartenente allo Spazio economico europeo (SEE), 4) compresa l'UE, che applica il regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) e pertanto l'accesso non può essere concesso». Altri ancora, è il caso di dire “brutalmente” chiudono la porta in faccia con: «Accesso negato. Non sei autorizzato ad accedere a questo server». Oppure: «Codice errore 16. Questa richiesta è stata bloccata dalle regole di sicurezza». E: «Siamo spiacenti, questo contenuto non è disponibile nella tua regione». Tutto ciò ha un solo volto e si chiama discriminazione!

Alcuni esempi per la verifica su quanto descritto nell'ultimo capoverso
(100 rilevamenti casuali di Ottobre-Novembre 2019)

Se non bastassero, ne possiamo aggiungere altrettanti… e altri ancora, ma, il quesito che per ora rimane irrisolto è: “Perché questo accade solo negli States?”

C'è pure chi adotta il “sistema ricattatorio”, che potrebbe essere sintetizzato in questi termini: se vuoi accedere ai nostri servizi devi accettare le nostre condizioni. È il caso, per esempio, di chi fa parte della “famiglia di Verizon Media” di New York (sussidiaria di Verizon Communications), come l'acquisita Yahoo! che, dopo la fusione con AOL si è chiamata Oath, per diventare Verizon Megia Group. Collegandosi al Sito di Verizon Media appare una nota: «Prima di continuare… Yahoo fa parte di Verizon Media. Verizon Media e i nostri partner hanno bisogno del tuo consenso per accedere al tuo dispositivo e utilizzare i tuoi dati (inclusi quelli di posizione) per comprendere i tuoi interessi, fornirti annunci personalizzati e valutarli. Verizon Media ti fornirà inoltre annunci personalizzati sui prodotti dei partner. Scopri di più. Seleziona OK per continuare e consentire a Verizon Media e ai suoi partner di utilizzare i tuoi dati oppure seleziona Gestisci opzioni per visualizzare le tue scelte. Quali scelte e quali opzioni, se è categoricamente imposto: «Scorri verso il basso e seleziona ‘OK’ per procedere, altrimenti non potrai accedere ai nostri siti e alle nostre app»?.

C'è poi chi viola ogni diritto senza che l'utente se ne accorga (come fa Wikipedia, per esempio, in tutte le sue versioni; oppure Bing, Microsoft e molti altri), rifilando di nascosto i cosiddetti “super cookies” (come DOM Storage e Flash cookies che sono usati soprattutto dagli inserzionisti per la localizzazione) di cui nessuno può accorgesi e, in ogni caso, non possono essere cancellati dal browser, a meno che non si utilizzi un programma specifico tipo: “Security Task Manager”. Da un Sito olandese, inoltre, (tanto per verificare l'estensione del fenomeno) appartenente al gruppo “Talpa Network” diamo conferma che non solo si utilizzano i cookies per i quali è esplicita l'accettazione se si vuole proseguire con la navigazione ma, anche ”tecnologie simili, come pixel e scripts («Wij, Talpa Network, gebruiken cookies [en soortgelijke technieken, zoals pixels en scripts]»)“, per carpire, senza alcun consenso, informazioni dal dispositivo dell'ignaro utente che non ha alcun mezzo per riconoscere queste “tecnologie alternative” e rimuoverle.

A questo punto e, alla luce di quanto sopra, riferendoci sempre a Servizi di pubblica utilità, non c'è solo discriminazione ma, ricatti e violazioni ai danni degli utenti, di cui il Garante della Privacy dovrebbe essere autonomamente informato, tenerne conto nella sua normativa e, non essere latitante nei provvedimenti da adottare in merito.

Allucinante quello che appare sul Sito ”Linfo.re5) (Antenna Reunion Television) dell'Isola di La Reunion, in tema di privacy, laddove è precisato all'inizio che ”Il rispetto della tua privacy è la nostra priorità (Le respect de votre vie privée est notre priorité)“. Orbene, se l'utente accetta di dare il proprio consenso, senza verificare “Plus d'Option”, oltre una sequenza di avvisi d'utilità, i suoi dati sono automaticamente trasferiti ai Partner (403 Società diverse sparse in tutto il mondo), a Google e ai suoi rispettivi Partner (1.527 Società diverse sparse in tutto il mondo). Anche qui è precisato che ”ANTENNA REUNION TELEVISION e i suoi partner utilizzano diverse tecnologie“… non solo i cookies.

Per fare un ulteriore esempio, prendiamo l'australiana ”ABC“ (Australian Broadcasting Corporation) che, dichiarando 6) di ”non essere soggetta alla legge sulla privacy“, ma ”vincolata dal Privacy Act 1988 (Cth) e regolata dal Codice di comportamento della ABC e dalle sue politiche editoriali“, conferma l'impiego di tecnologie anche diverse dai cookies, come i “web beacon” (piccole quantità di codice su una pagina Web che rappresentano un metodo conveniente per raccogliere statistiche, compresi: l'IP del computer, l'ora in cui il materiale è stato visualizzato, il tipo di browser utilizzato, ecc…) e i “Local storage” (tecnologie che consentono a un sito Web o a un'applicazione di archiviare informazioni localmente sul computer o dispositivo).

Si potrà dire che qui siamo ben lontani dall'Europa ma, quanti usano gli stessi metodi? Risposta ovvia: tutti quelli che vivono di pubblicità… Si potrà anche dire che, in ogni caso, sui Social la maggior parte “spiattella” anche quando… sbadiglia

Per verificare, poi, come sono state applicate le direttive dell'UE (GDPR) oltre oceano, laddove prese in considerazione, abbiamo consultato una testata giornalistica di un certo rilievo come il Tampa Bay Times (che fino al 2011 si chiamava St. Petersburg Times). Giornale americano pubblicato a San Pietroburgo, in Florida, che ha vinto dodici premi Pulitzer dal 1964 e, nel 2009, ne ha vinti due in un solo anno. È pubblicato dalla Times Publishing Company, di proprietà del Poynter Institute for Media Studies. 7) Orbene, collegandosi al sito, appare la solita fastidiosa e, quanto mai inutile, mascherina (cookie wall 8) o cookie banner) sulla Policy Privacy e sui cookies, anticipata dall'ormai abusata intestazione: «La fiducia e la trasparenza per noi sono importanti». Se si consultano gli “ulteriori dettagli”, tuttavia, si scopre che: «Il consenso non è sempre richiesto, il che significa che potreste essere già stati inseriti presso alcuni partner e nei loro utilizzi per interessi legittimi (un altro fondamento giuridico per il trattamento dei dati personali online)». Proseguendo, inoltre, avendo il browser precedentemente impostato sul blocco dei dati per le terze parti, si trova la seguente nota: «Di seguito sono elencati i nostri partner e i loro utilizzi dei dati per i quali non avete fornito il vostro consenso». MA, prosegue la nota: «Continuando a utilizzare questo sito acconsentite all'utilizzo di tecnologie pubblicitarie e di analisi (compresi i cookie) su questo sito e su altri siti che collaborano con questi partner»…

Un ulteriore verifica, fatta a caso, ha coinvolto una testata giornalistica dell'India The Hindu che, in apparenza, sembrava ligia alle regole europee sancite dal GDPR. Sulla mascherina, infatti, riconoscendo come fanno tutti la provenienza dell'utente, anticipa: «Dear European Union User (EU), we have recently updated our Privacy Policies with respect to GDPR guidelines. Please read and understand the following before proceeding» e, aggiunge: «Effective date: May 25, 2018 - Applicable only for European Union (EU) Users (una bella consolazione!)». Come si tocca la mascherina col mouse, tuttavia, anche solo per copiare una parola, fuori dallo spazio per fare scorrere le informazioni, acconsenti automaticamente al trattamento dei dati anche senza cliccare su “OK”. Ma non basta, giacché all'apertura dell'home page, ti ha già rifilato dei cookies (a volte 2, altre volte 3) fatto che si può verificare in “Cancella dati di navigazione” se si usa Crome.

Secondo le nostre Regole, se fossimo già in “Riflessioni” potremmo dire ad alta voce e, a ragion veduta, che questa regolamentazione sulla Privacy è tutta una buffonata!

Che la privacy sia sempre e, in ogni caso, vulnerabile, lo sottolinea anche Smartclip, un'azienda pubblicitaria leader (fusa con SpotX, la più grande piattaforma indipendente del mondo per la video-pubblicità digitale): «Recenti articoli di stampa riguardo la manipolazione di elezioni e di decisioni politiche di utenti di internet, operata su siti di social media come Facebook, hanno dimostrato che l’abuso dei dati degli utenti a favore di particolari interessi di soggetti non identificati costituisce una minaccia reale. Purtroppo si osserva anche che, sebbene sia nato come un mezzo di scambio di informazioni gratuito e illimitato, internet si stia ora trasformando, in un numero sempre più elevato di paesi, in uno strumento di sorveglianza degli utenti e di controllo governativo 9)».

L’indirizzo IP rimane irrimediabilmente il punto dati critico, affidato alla serietà e responsabilità di chi utilizza i cookies. «Dato che l’indirizzo IP è utilizzato per stabilire tali corrispondenze, sarebbe relativamente semplice assegnare un’abitazione a persone reali e trarre conclusioni sui loro interessi e comportamenti. Gli hash di indirizzi IP e gli identificativi anonimi connessi a contatti pubblicitari, per esempio richieste pubblicitarie (ad-request), richieste di offerte (bid-request), dati relativi a visualizzazioni e clic, sono memorizzati in file di log. I file di log sono necessari per i partner pubblicitari ed editoriali in caso di controversie. I file di log contengono l’identificativo utente, il browser, la data, l’ora, l’URL del sito web, l’indirizzo IP sottoposto ad hashing, il sistema operativo e il tipo di dispositivo su cui l’inserzione pubblicitaria è stata mostrata 10).

In conclusione, tutto ciò che è collegabile alla Rete (smartphone e tablet, televisori di ultima generazione (ConnectedTV/HbbTV) – incluse smartTV, console di gioco, set-top box e lettori Blu-ray) è oggetto passivo dell'incontrollabile potenza del mercato dei dati.

Si legge inoltre, che ”l’impatto del Regolamento per la protezione dei dati è andato ben al di là dell’ambito europeo. Anche altri paesi a livello internazionale infatti ne hanno riconosciuto la validità tanto da adottare leggi molto simili al GDPR. Tra questi paesi ricordiamo il Brasile, la Cina, l’India, il Giappone, la Corea del Sud, la Thailandia e la stessa California, casa di molti dei giganti del mondo tecnologico e informatico come Facebook, Apple, Google e Microsoft. 11)

Può darsi che qualche legislatore dei Paesi citati stia facendo valutazioni ma, al momento, se si escludono quei siti Web collegati/affiliati a gruppi occidentali, non ci sono ancora riscontri sul campo.

Riflessioni

Per quanto assurdo possa sembrare, i siti Web americani che impediscono l'accesso agli utenti europei sono i più onesti. Al fine, quindi, di non “pensare male” perché potremmo azzeccarci, c'è solo da considerare che tutti questi “garantisti” non navighino su Internet…


Approfondimenti su: Cookies e Tecnologie Diverse


Qualora alcuni link non funzionassero, si prega di comunicarlo allo Staff - staff@extrapedia.org

1)
Stephanie Sammartino McPherson (2009) - “Tim Berners-Lee: inventore del World Wide Web”
2)
Caitlin Dewey (12 marzo 2014) - “36 modi in cui il web ci ha cambiato” - su: The Washington Post
3)
Joseph Adamski e Kathy Finnegan (2007) - “New Perspectives on Microsoft Office Access 2007”
4)
Lo Spazio economico europeo (SEE) è composto da: Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Cipro, Repubblica ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Islanda, Repubblica d'Irlanda, Italia, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Regno Unito.
5)
Rilevamento di novembre 2019
6)
ABC Privacy Policy
7)
Scuola di giornalismo senza scopo di lucro direttamente adiacente al campus di San Pietroburgo dell'Università della Florida del sud
8)
Dichiarati fuorilegge dal European Data Protection Board secondo quanto riferito dallo Studio Legale Pinsent Masons. Dichiarati non conformi al GDPR anche dal DPA olandese
9)
Privacy Portal di Smartclip
11)
AltalexPrime valutazioni a un anno dall'entrata in vigore del GDPR” - 21/06/2019
db/world_wide_web.txt · Ultima modifica: 07/01/2020 12:22 da @Staff R.