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WW3

Cat. “Autori
Roberto Morini (fisico nucleare e filosofo)
23 ottobre 2016

Quasi tutti si sono lasciati trasportare dall’idea, abbastanza stupida, che la III Guerra Mondiale sia rappresentata da un conflitto termonucleare, quando questo drammatico evento riproduce, e/o riprodurrà in teoria, solo il suo angoscioso epilogo, allorché una delle parti si sentirà… irrimediabilmente vinta.

A ben vedere, questa guerra è entrata già nella fase più “tradizionale”. Retoricamente parlando, guardando l’11/09, l’America in quella occasione (ma anche prima) ha consolidato maggiormente la sua aggressività dando corpo alle “azioni preventive” contro “gli Stati canaglia”, purtroppo senza mai guardarsi allo specchio. Ora, la fase “più tradizionale” è cominciata allorché la Russia è intervenuta in Siria (anche a salvaguardia dei propri interessi relativi all’unica base navale che ha sul Mediterraneo), a fianco delle forze governative e, con il supporto degli alleati d’entrambe le parti, si è confrontata, e si confronta tutt’ora, non contro una masnada di terroristi, ma contro uno o più gruppi, bene organizzati e foraggiati, che combattono per interposta “persona”. E poi, neanche tanto interposta, viste le continue notizie che vedono direttamente coinvolti coi terroristi (moderati o meno che siano) militari e personale d’Intelligence di vari Paesi della NATO. Principalmente: USA, GB, Francia, Germania, Australia, Danimarca, Belgio, l’immancabile Israele, ecc…

Se poi, si volesse individuare una data certa, sul primo confronto diretto tra le forze NATO e la coalizione russa, basta volgere lo sguardo, all’ormai provato, deliberato bombardamento di metà settembre a Deir el-Zor (talvolta chiamata Deir ez-Zor, Dayr az-Zawr, Deir al-Zur). Bombardamento ordinato dagli americani, sulle truppe siriane e russe, la cui risposta “proporzionata” (come sono abituati a dire a Washington), da parte della Russia, non si è fatta attendere, mettendo in risalto, attraverso la nazionalità delle vittime denunciate, il coinvolgimento dei Paesi suddetti.

A onor del vero, siamo già in una fase ancora più avanzata: “gli attacchi informatici” prodotti, o auto prodotti che siano. La lunga preparazione della FEMA con migliaia di bare stivate, enormi campi di concentramento, con tanto di forni crematori, non può rientrare in una prevista catastrofe naturale, che anch’essa verrà. E la predisposizione delle condizioni affinché possa essere dichiarata la legge marziale in America, non è passata inosservata. Così come si pone in evidenza la volontà di instillare odio e rivolte nella popolazione di colore.

Naturalmente, agli occhi del pubblico, prevale ancora “l’abbaiare dei cani” in sintonia con il film “Il Dr. Stranamore” che pare abbiano visto tutti e al quale si uniformano su entrambi i fronti. Anche Snowden che ridicolizza “l’operazione segreta” della CIA contro la Russia, o non ha capito nulla quando afferma: «Penso che a Joe Biden nessuno abbia spiegato cosa significhi “operazione segreta», oppure come è più probabile, è un doppiogiochista. Un personaggio creato dai servizi americani… sul quale farci anche un film… Ciò che deve rimanere segreto: È S-E-G-R-E-T-O!

È tutto un bla-bla-bla, per ora, perché la guerra, a livello globale, si combatte anche attraverso i media servili per osservare, nel frattempo, mosse e contromosse del “nemico”. Per verificare se quanto sbandierato ai quattro venti e fatto passare, magari, come fuga di notizie, o scoperte di qualche servizio d’intelligence, è vero oppure no. Un logorio di nervi per avere anche un valido pretesto, da dare in pasto all’ottusa, o più verosimilmente confusa, opinione pubblica, che giustifichi un possibile “attacco preventivo” a sorpresa, in perfetto stile Americano.

Putin è dello stesso parere: «La strada a Leningrado, cinquant’anni fa, mi ha insegnato una lezione: se la rissa è inevitabile, colpisci per primo (Vladimir Putin. Sochi, 22 ottobre 2015)». Che lo scontro totale, per ora localizzato in Medio oriente, sia inevitabile, ormai lo sanno anche i bambini e, tra pochi giorni, vedremo se le ultime, reciproche, minacce relative alle elezioni americane prenderanno corpo. Se vincerà Trump, secondo le dichiarazioni di Mosca (e questa è una forma di manipolazione come sostengono a Washington), gli americani sceglieranno la pace e non la guerra. Se vincerà Trump, secondo Washington, sarà per colpa dei russi e ci sarà una ritorsione adeguata: un blitz nucleare contro la Russia come annunciato da Biden… Per molti autorevoli analisti e politici, anche europei, se vincerà la Clinton sarà la guerra… In qualunque modo la si voglia guardare, l’esito preventivato è sempre uno solo: WW3!… e tutti, principalmente nel Vecchio Continente, se la fanno sotto… Basta che un paio di bombardieri russi passino vicino alle aree di competenza che mezza Europa va in fibrillazione e, in panico totale, se a transitare è un pugno di navi da guerra.

Ora, bisogna vedere, al di là della non libera scelta lasciata agli elettori americani e dei facili brogli, per come (non) funziona l’apparato elettorale negli States, se Obama attiverà o meno la legge marziale, nei due mesi che mancheranno all’insediamento ufficiale del nuovo presidente, restando a capo del governo Americano.

In ogni caso, tutto questo caos serve come sfondo agli interessi economici di quei pochi che tirano i fili dei vari burattini messi appositamente al potere. Questo è l’unico dato di fatto inconfutabile, perché ci sono ancora nazioni che non sono state spremute abbastanza e il posticipo della “soluzione finale” è ancora prioritaria. Queste nazioni, qualche gocciolina di sangue da succhiare possono ancora averla da qualche parte…

Concludendo, una domanda resta per ora senza risposta: a cosa serve mettere in piedi una costosissima macchina bellica, puntare centinaia di missili nucleari, se si ha a disposizione un’arma straordinaria a impulsi elettromagnetici, in grado di metter in ginocchio un’intera nazione in meno di mezz’ora, senza null’altro ledere?

Putin si è già guadagnato, da molte parti, l’immagine di “peacekeeper” e, per me, rimane il custode della “gabbia dorata” come ho già scritto in “L’Ordine mondiale è finito!“… Anche se dimostra pubblicamente le sue perplessità sull’immediato futuro: «[…] non abbiamo idea di cosa accadrà dopo le elezioni americane e l’elezione del un nuovo presidente» è, come tutti gli altri, una pedina di un unico “grande gioco”.

Tutto marcia secondo i piani! Ovviamente, quelli dell’elite. L’ingordigia, tuttavia, predomina e creerà “vittime”, come le ha già create, anche tra di loro, ma… non ci sarà un highlander, perché l’Evoluzione richiede ben altro!

È importante che tutti i cittadini razionali del mondo capiscano che, quando guardano le notizie sulla Siria, il vero problema non è Assad e nemmeno gli interessi nazionali di uno Stato. La questione è lo stallo metafisico tra due principi universali, nella guerra di quei mondi, laddove ogni cittadino dovrà fare la propria scelta esistenziale.

Extrapedia Autori
a cura della Redazione di Extrapedia


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