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Filosofia della percezione

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La Filosofia della percezione riguarda la natura dell'esperienza percettiva e lo stato dei dati percettivi, in particolare il modo in cui si relazionano alle credenze o alla conoscenza del mondo. 1) Qualsiasi considerazione esplicita della percezione richiede un impegno per una delle varie visioni ontologiche o metafisiche. I filosofi distinguono i resoconti internalistici, i quali presuppongono che le percezioni degli oggetti, e le loro conoscenze o credenze, siano aspetti della mente di un individuo, e resoconti esternalisti, i quali affermano che essi costituiscono aspetti reali del mondo esterno all'individuo. 2) La posizione del realismo ingenuo - l'impressione “quotidiana” di oggetti fisici che costituiscono ciò che è percepito - è in una certa misura contraddetta dal verificarsi di illusioni percettive e allucinazioni 3) 4) e dalla relatività dell'esperienza percettiva e alcune intuizioni nella scienza. Le concezioni realiste includono il fenomenalismo e il realismo diretto e indiretto. Le concezioni anti-realiste includono l'idealismo e lo scetticismo.


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1) , 2)
Laurence BonJour (2007) - “Problemi epistemologici della percezione” - Stanford Encyclopedia of Philosophy
3)
Tin Crane (2005) - “Il problema della percezione” - Stanford Encyclopedia of Philosophy
4)
Fred Drestske (1999) - “Percezione” - Cambridge university Press
db/filosofia_della_percezione.txt · Ultima modifica: 18/07/2019 16:30 da @Staff EQ.