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La fiera degli scandali chiamata Sanità (Mascherine)

È persino difficile scegliere da dove cominciare, da quanti sono gli argomenti scandalosi che toccano la governance del nostro Paese in generale e, la Sanità (o Salute) Pubblica in particolare.

Oggi parliamo di mascherine.

Andrea Crisanti Il pagliaccio che, a suon di milioni in donazioni e contributi, da anni cerca di sterilizzare le zanzare, assurto a “esperto” virologo e, purtroppo, ancora protagonista mediatico, dopo il parziale sollievo sulla scomparsa dai talk show dei vari Burioni e Lo Palco, che risponde al nome di Andrea Crisanti, ci ha appena informato (Huffington Post 06/10/2020) che “approva le mascherine dal punto di vista simbolico”.

Ed è proprio di una “scandalosa simbologia” stampata sulle mascherine che vogliamo parlare, al di là dell’assoluta inutilità, come riportato in etichetta (link all’immagine, testo di seguito): “Non è un dispositivo medico né un dispositivo di protezione individuale. Rispettare le norme precauzionali sul distanziamento sociale”. Diversamente Veneto Trattasi di una fornitura di mascherine (e diari con la stessa simbologia) destinate ai bimbi delle scuole elementari venete, prodotte dall’associazione “Diversamente Veneto” gestita dalla brasiliana Jesusleny Gomes, con tanto di patrocinio del Consiglio Regionale Veneto. La tempistica e la costante presenza alle inaugurazioni del neorieletto governatore Luca Zaia (il “pirla” che ha ammesso, in conferenza stampa, di “Trattare tutte le forme influenzali e i ricoverati in ospedale come Coronavirus, anche se è assurdo e sbagliato, perché in Italia funziona così” senza alzare un dito per rimediare) ha fatto etichettare le forniture come “un’operazione di propaganda politica utilizzando il canale dei bambini”, laddove per la stampa localeZaia e il presidente Ciambetti avrebbero assunto i connotati degli eroi”.

Nessuno, tuttavia, si è minimamente soffermato sui significati dell’immagine stampata, al di là della palese prevaricazione dell'uomo sulla donna, nessuno si è posto il quesito sul perché tutti: persone comuni e, persino animali, indossino le mascherine, mentre chi comanda (in questo specifico caso il re) non si adegui allo stesso impiego e… sorrida soddisfatto. A noi (e non solo a noi) è sembrata una gravissima presa per i fondelli che, oltretutto, va a incidere negativamente sullo sviluppo psicologico dei bambini!

Diversamente Veneto

Chissà che qualcuno, stanco di vedersi continuamente artigliate le pudenda, non decida d’utilizzare il nuovo guru del Coronavirus Crisanti (per il quale un nuovo lockdown a Natale sarebbe “nell’ordine delle cose”) e, tanti accoliti membri del governo, come (se si comprende la sfumatura) “decorazioni natalizie”.

Bimbi a scuola durante la ricreazione È mortificante vedere bimbi a scuola ridotti in questo modo. Costretti a indossare inutili e quanto mai dannose mascherine (oltre le innumerevoli raccomandazioni sulla salute rese da professionisti seri e non prezzolati, si veda anche “Aspetti sanitari e rischio sulla salutepubblicati dalla Prefettura), nonostante debbano rispettare congiuntamente il distanziamento sociale. I carcerati, almeno nella prassi abitudinaria, godono della classica “ora d’aria”, mentre a questi bimbi è fatto obbligo di respirare la loro stessa CO2… certamente lo stesso è per gli adulti, ma questi lo fanno coscientemente e come libera scelta.

Nella ripubblicazione del testo del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, coordinato con la legge di conversione 24 aprile 2020, n. 27, (Testo coordinato pubblicato nel Supplemento ordinario n. 16/L alla Gazzetta Ufficiale - Serie generale - n. 110 del 29 aprile 2020). (20A02626) (GU Serie Generale n.124 del 15-05-2020 - Suppl. Ordinario n. 19), all’art. 15 c/1 si precisa che : “è consentito produrre, importare e immettere in commercio mascherine chirurgiche e dispositivi di protezione individuale in deroga alle vigenti disposizioni”. Il seguente art. 16 c/2 prevede che: “gli individui presenti sull'intero territorio nazionale sono autorizzati all'utilizzo di mascherine filtranti prive del marchio CE e prodotte in deroga alle vigenti norme sull'immissione in commercio”.

Il testo coordinato, redatto dal ministero della Giustizia, fa riferimento al DL firmato il 17 marzo dal presidente Mattarella, poco dopo (06 marzo 2020) avere “Invitato gli italiani a essere responsabili”, mentre lui stesso, irresponsabilmente, dà il via al caos della produzione selvaggia (anche “self made”) e importazione delle mascherine.

Se già prima le mascherine non erano in grado di proteggere dal virus, da qui in poi, qualunque cosa va bene, purché i cittadini si rassegnino e ubbidiscano all’alternarsi umorale di un ministro che, essendo alla guida del ministero della Salute, dovrebbe quotidianamente essere sottoposto alla prova del palloncino.

Con gli stessi “scriteri” legislativi sono state importate dalla Cina mascherine senza l’obbligatoria etichettatura nella lingua del paese di destinazione, senza controlli da parte degli organi di vigilanza, sollevando anche la responsabilità dei diretti importatori… senza che chi ne ha usufruito (o ne sta tuttora usufruendo) sapesse cosa si stava mettendo sul muso, vista anche la possibile tossicità dei materiali e trattamenti impiegati. «Dalle segnalazioni del Rapex, il sistema di allerta rapido europeo, infatti, dai Paesi extra-Ue, e in particolare dalla Cina, arriva oltre il 50% di prodotti pericolosi. In teoria, basterebbe leggere sull’etichetta (suggeriscono quelli di La legge per tutti)…» se si riuscisse a leggere qualcosa! Scritte in cinese stampate male sulle confezioni, indecifrabili anche dagli esperti traduttori ai quali avevamo chiesto una traduzione certificata.

Confezione mascherina

Ora si va di male in peggio. Varato l’ennesimo DPCM (fuorilegge) del 13 ottobre 2020 che ha la pretesa di paragonare le mascherine (si veda titolo riportato sulla pagina del ministero della Salute “Utilizzo mascherine in luoghi al chiuso e all’aperto”) realizzate nei modi previsti dal citato DL, per cui sarebbero validi anche una bandana, o una sciarpa, con i sotto-citati “dispositivi di protezione delle vie respiratorie” che (salve le indecifrabili “deroghe alle vigenti norme”) dovrebbero sottostare ai precetti in vigore: UNI EN 529:2006 (ex UNI 10720:1998). Il ministero: «Disposto l’obbligo, su tutto il territorio nazionale, di portare con sé i dispositivi di protezione delle vie respiratorie e di indossarli nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private e in tutti i luoghi all’aperto a eccezione dei casi in cui, per le caratteristiche dei luoghi o per le circostanze di fatto, sia garantita in modo continuativo la condizione di isolamento rispetto a persone non conviventi».

L'unico rimedio dai contagi è quello tradizionale, legato all'educazione impartita dai genitori (se è stata impartita): quella di non sputacchiare addosso a chi ti sta vicino quando si starnutisce o tossisce. “Il metodo insegnato dalla mamma” come perentoriamente richiamato in Senato anche da Alberto Bagnai, qualche giorno fa, nel duro scontro (imperdibile) con Giuseppe Conte.

Per chiudere l’argomento, lasciando l'intricato caos normativo, una sola cosa è certa: che nel periodo marzo-aprile 2020 il 54% della spesa complessiva, è riconducibile all’acquisto di mascherine (cui corrisponde un valore di 3.132.261.674 di euro) secondo i dati (approvati dal Consiglio il 4 agosto 2020 e pubblicati il successivo 13 agosto) dell’Autorità Nazionale Anticorruzione… tutti soldi pagati dai cittadini, ovviamente… sorvoliamo sul fatto che alla voce: “Commissario Straordinario per l'emergenza” (Tabella 2.9) siano finiti 2.046.937.906 di euro… altrimenti qualcuno potrebbe arrabbiarsi sul serio.

15 ottobre 2020
Redazione di Extrapedia


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