Cat. “Autori”
Roberto Morini (fisico nucleare e filosofo)
09 maggio 2016
Sono passati dodici anni da quando Janine Roberts pubblicò, in Italia, la sua denuncia contro la sudafricana De Beers: “Diamanti rosso sangue” e l'angolana UNITÀ (una delle fazioni in lotta dal 1975 per il controllo del Paese): “Diamanti di sangue, o di guerra”.
Subito un piccolo sussulto d'indignazione più dovuto che sentito. Per qualche mese, qualcuno si crucciò anche da noi, sospese gli acquisti, ma poi ci ripensò. Vuoi mettere? “Un diamante è per sempre!” È uno status simbol irrinunciabile, mascherato da “pegno d'amore” che nessuno vuole mettere in discussione… e… chissenefrega dei milioni di neri, che muoiono per estrarli, in condizioni inenarrabili…
Sarà che le banche “uccidono” all'ombra delle istituzioni; sarà che nessuno considera che quegli interessi (ormai pochi) che fruttano qualche soldo, sono sempre lordi del sangue di qualcuno (suicidi, fallimenti, perdita di posti di lavoro, sequestri di beni per mancato pagamento di rate su finanziamenti contabilmente inesistenti); sarà per i ricatti (investimento-spazzatura per finanziamento-capestro), ma non c'è nessuno che s'indigni veramente e volti loro le spalle, sfruttando le esistenti, ben più valide, alternative.
Eppure, è di dominio pubblico che:
La relazione annuale del governo sull’export militare italiano nel 2015 – appena trasmesso al Parlamento – mostra un aumento del 200% per le autorizzazioni all’esportazione definitiva di armamenti, il cui valore complessivo è salito a 7,9 miliardi dai 2,6 miliardi del 2014. Un dato senza precedenti che, come osserva con soddisfazione (sic!) il governo: «Testimonia la consolidata ripresa del settore della Difesa a livello internazionale». La cosa più vergognosa è il boom di vendite verso Paesi in guerra, in violazione, attraverso escamotage, della legge 185/1990 che vieta l’esportazione e, il transito di armamenti, verso paesi in stato di conflitto e responsabili di gravi violazioni dei diritti umani.
Un sotterfugio che ruota attorno al ruolo fondamentale d’intermediazione finanziaria delle banche italiane, laddove il governo può aggirare il divieto di forniture militari a paesi in guerra se con essi ha stipulato accordi intergovernativi. Il caso più grave riguarda le forniture belliche al regime Saudita, che da oltre un anno conduce bombardamenti indiscriminati su città, scuole e ospedali in Yemen. Finora, hanno provocato almeno 2mila morti tra i civili, di cui circa 500mila erano bambini. Crimini di guerra ripetutamente condannati dal segretario generale dell’Onu, Ban Ki-Moon, che a febbraio hanno spinto il Parlamento europeo a chiedere un embargo sulla vendita di armi a Riyad… il governo italiano, ovviamente, è audioleso…
Se, in quest'ennesimo losco traffico, la parte del leone rimane alle banche straniere (Deutsche Bank e Crédit Agricole sopra tutte) si fanno strada sia Unicredit (passata dal 9 al 12% delle operazioni) che Intesa Sanpaolo (dal 2 al 7,4%). Seguono con percentuali minori Bnl, Ubi (Banco di Brescia, Popolare Commercio e Industria, Regionale Europea) e una sfilza di “Popolari” in ordine decrescente: Emilia Romagna, Carispezia, Banco Popolare, Valsabbina, Sondrio, Carige, Parma e Piacenza, Credito Cooperativo Cernusco S.N. e Versilia e Lunigiana, Spoleto, Friuladria, Bpm e perfino Poste Italiane.
Con pochi milioni di euro di operazioni, in ogni caso in aumento rispetto all’anno precedente, merita una menzione particolare Banca Ubae: istituto controllato dalla Libyan Foreign Bank (banca offshore specializzata in esportazioni di petrolio dalla Libia) e nel cui azionariato figurano Unicredit, Intesa Sanpaolo, Montepaschi (che, pronta ad approfittare dei fondi pubblici - Gacs - e del fondo “Atlante”, nei prossimi due anni taglierà altri 2.500 posti di lavoro, dopo i 5.500 già tagliati, e chiuderà 350 filiali) ed Eni.
E, dulcis in fundo, in quest'elenco di banche, compilato e pubblicato da “Il Fatto Quotidiano” il 4 Maggio u.s. (link), poteva mancare la famigerata Banca Etruria?… C'era, c'era, eccome se c'era… Ma voi continuate a fare finta di nulla, non sia mai che la coscienza e, il buon senso, si sveglino!
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a cura della Redazione di Extrapedia