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Oggi: “Le Comiche”

Cat. “Autori
Roberto Morini (fisico nucleare e filosofo)
17 luglio 2016

Da quando ci siamo lasciati nulla di eclatante è accaduto, che meritasse veramente d’essere pubblicato. Una rapida scorsa agli elementi che caratterizzano il titolo di questo articolo:

  • La bufala dei giovani britannici per il “Remain”. I giovani britannici non hanno votato in massa Remain, in massa se ne sono proprio strafregati di votare… Secondo i dati Sky, solo il 36% degli elettori nella fascia 18-24 anni è andato a votare, mentre ha votato l’83% degli over 65. Meno nette le stime del “Financial Times”, che comunque confermano una partecipazione al voto che aumenta con l’aumentare della fascia d’età. Adulti e anziani sono andati a votare, i giovani no. Funziona così la democrazia: chi vota decide. Può avere torto, ma non ci si possono inventare voti che non ci sono.
    Dunque, povera UE, nemmeno a questa piccola consolazione possono aggrapparsi gli europeisti. I media hanno raccontato la commovente storia dei giovani britannici che guardavano al futuro tutti mobilitati per l’UE. Era una balla! La realtà è un’altra: solo un giovane su quattro ha espresso la volontà di restare. È l’esatto contrario di quanto sbandierato ai quattro venti: proprio i giovani hanno tradito il Remain, e l’UE, mostrando tutta la loro indifferenza.
  • Il presidente della Goldman Sachs minaccia: «La Brexit deve essere annullata in un modo o nell’altro». L’ex commissario europeo per la concorrenza, ex direttore generale dell’OMC, presidente dell’European Policy Center e di Goldman Sachs International, facendosi scudo della bufala dei giovani, che non sono neanche andati a votare e che se ne infischiano della UE, ha emesso il seguente Tweet in seguito alla vittoria del referendum sulla Brexit in Gran Bretagna: «La generazione più giovane nel Regno Unito è stata sacrificata a causa di una distorsione dei fatti e delle conseguenze. In un modo o nell’altro, questo risultato deve essere cancellato (link)». Forse, oltre ai fatti, gli è sfuggito anche il concetto di democrazia, ma il bello viene adesso…
  • L’avvinazzato Juncker: «i “dirigenti di altri pianeti” sono preoccupati per l’Europa». Una strana affermazione, immortalata nel video sottotitolato da “Luogocomune.net”, del presidente della commissione europea Jean-Claude Juncker (che la Merkel cerca di “rottamare” in fretta e furia) che ha fatto molto scalpore in rete, se non altro perché il discorso lo stava leggendo e non era un lapsus freudiano, ma anche perché: “in vino veritas“… (link al video del 28/06/2016 dall'Archivio di Extrapedia Channel).
  • La Germania ha chiesto all’Italia di “tosare” i depositi degli italiani. Un feroce scontro tra Renzi e la Merkel al vertice di Bruxelles, laddove il premier Renzi insisteva sul bail-out per salvare le banche italiane. Secondo “Bloomberg”, il cancelliere tedesco ha affermato, a margine del vertice, che si devono osservare le regole adottate durante la crisi economica al fine di evitare l’onere dei cittadini, nel caso in cui una banca dell’area euro abbia bisogno di soccorso (link). In pratica, l’Italia dovrà applicare il bail-in, secondo i diktat della Merkel, cioè tutto l’opposto di quello che hanno fatto Germania e Francia con le proprie banche. L’Italia ha accettato le condizioni, nel 2014, senza eccepire alcunché. Il bail-in è entrato in vigore a gennaio 2016 e, ancora una volta, l’Italia è stata d’accordo. Solo adesso, quando davvero bisogna salvare il sistema bancario italiano, il governo scopre che il bail-in non può applicarlo (impopolare, politicamente impossibile “tosare” MPS e gli azionisti PD) e chiede alla Merkel di potere applicare liberamente il bail-out (ossia accollare le perdite delle banche italiane allo Stato, cioè ai contribuenti). Ma… c’è un MA! E la teutonica Merkel, Schauble e tutti quei tedeschi, che pensavano di tenere l’Italia costantemente sotto scacco, se la sono presa in quel posto, perché «La bancarotta dello Stato italiano va assolutamente evitata – scrive il “Deutsche Wirtschaft Nachrichten” – La situazione del settore bancario italiano è critica. Essa può potenzialmente portare l’Italia al fallimento dello Stato […] Le conseguenze del crollo in Italia sarebbero incalcolabili per l’intera zona euro».
    Mentre tutto il mondo trema per la gravissima situazione in cui versa Deutsche Bank (link), la “banda criminale” così descritta da “Berenberg Bank” (link), con le sue azioni crollate da $ 152,28 nel 2007 ai $ 12,60 attuali, con un “buco” che è 20 volte il PIL del Paese (link) e un Soros che scommette sul suo fallimento (link), se la Germania vuole “salvare l’Euro” dovrà pagare un prezzo salatissimo e non solo per tentare di salvare la sua preziosissima banca. Grandi sconvolgimenti appaiono all’orizzonte!
    E, visto che non basterà accollare ai soli contribuenti italiani un bail-out di 380 miliardi (un quinto del Pil nazionale), dovranno pagare, questi tedeschi di merda, le centinaia di miliardi che hanno risparmiato negando i trasferimenti interni necessari per fare dell’Euro una zona monetaria vera. Dovranno pagare quello che hanno negato alla Grecia; sputare quello che hanno lucrato facendo dell’Euro il loro marco e rubandoci i mercati. Dovranno rimborsarci dello svenamento sui finti aiuti da dare alla Grecia, che sono finiti nelle sue banche. Dovranno pagare per i 6000 problemi giudiziari pendenti, tra cui la frode del Libor. Dopo 73 anni, la Germania non ha ancora capito come funzionano le “cose” in Italia e con chi ha a che fare (link). Naturalmente, sarà impossibile “vendere” all’elettorato tedesco la proposta di svenarsi per salvare anche le banche italiane, minacciando che altrimenti collasserà l’Euro. E l’Euro finalmente collasserà e con esso anche l’ultimo impero prussiano! Chi è morte del suo mal pianga se stesso
  • La strage di Nizza. Un attentato governativo per instaurare la legge marziale. Anche un’adorabile vecchietta che conosco e che, oltre a non essere politicamente erudita, non s’interessa degli accadimenti mondiali se non di quelli che passano in TV, si è meravigliata e, interrogata, sui fatti di Nizza: «Come mai è riuscito ad arrivare fin lì quel camion? E, perché uno va a fare un attentato con armi finte a bordo?»… e aggiungo io, con tanto di documenti, come il solito?
    Il governo francese vuole la rivoluzione a tutti i costi e la promuove apertamente ormai a tutto campo. Chiaramente esegue ordini superiori. Lo si è visto con la nuova legge sul lavoro che, sebbene svuotata ormai d’ogni contenuto, è rimasto irremovibile di fronte alle proteste esasperandole. Ma non fino ai risultati estremi che s’aspettava. Poi, è arrivato Il capo dei servizi segreti francesi, Patrick Calvar, insistendo sul rischio di una “guerra civile” nel Paese, provocata da differenti movimenti estremisti: «Penso che lo scontro avrà luogo. Ancora uno o due attentati e accadrà». Ed ecco servito, nuovamente su un piatto d’argento, l’acciarino per accendere la miccia… || C’è anche una particolarità, probabilmente una coincidenza, legata al numero 322, ma forse sto correndo troppo con la fantasia… fate voi confrontando le due immagini che seguono.
  • “Mamma, li Turchi“. Quello che sta vivendo il nostro Pianeta da un anno, è un periodo estremamente turbolento e pericoloso, durante il quale i “fatti” sono in esecuzione a una velocità vertiginosa. All’indomani dell’apertura di Erdogan nei confronti di Israele e della Russia (con tanto di scuse per l’abbattimento dell’aereo Su-24) e dell’immediata bacchettata del portavoce del dipartimento di Stato americano, Victoria Noylant, che auspicava un ravvedimento di Erdogan nei confronti della Russia, come partner della NATO, minacciando di rivedere i rapporti tra le due Nazioni, ecco arrivare, puntuale come un orologio svizzero, l’attentato all’aeroporto di Istanbul.
    36 morti e 147 feriti, il bilancio dell’attentato, nonostante gli Stati Uniti avessero avvertito la Turchia, appena poche ore prima, che sarebbe stata presa di mira.
    Presto, secondo quanto riferito dagli specialisti russi, ci sarebbe stata una rivolta contro il governo turco ed eccola arrivare, anch’essa puntualissima.

Che sia stata un ulteriore avvertimento, o che lo stesso governo l’abbia favorita per fare un repulisti di chi gli si opponeva, poco importa. È sempre un “fai da te” per un tornaconto politico. Il terrorismo è solo impiegato come strumento di potere, da utilizzare sulle masse inermi, per orientare l’opinione pubblica per il verso voluto.

Ormai, sono in pochi quelli che ancora credono alle “comiche”.

L’unica cosa seria, in questo periodo, sono i 400 missili nucleari che la Russia ha puntato verso le principali città americane, in risposta al vertice NATO di Varsavia (link) e in attesa di chiarimenti.

«Risulta che la presenza attuale della NATO sul territorio dei paesi baltici, oltre a Polonia, Bulgaria e Romania, viola tutte le garanzie e gli impegni registrati nei protocolli, nei video archivi, nei documenti scritti a mano, o digitali». È la risposta del giornale “Komsomskaya Pravda” al comunicato stampa della NATO: «I rappresentanti ufficiali russi sostengono che i mandatari degli USA e della Germania si erano impegnati nel 1990 nel non espandere la NATO nell’Europa centrale e nell’Est, a non costruire infrastrutture militari vicino alle frontiere russe e a non schierare laggiù le proprie truppe in modo permanente. Non era mai stata fatta una tale promessa. Risulta impossibile confermare le dichiarazioni russe».

E la “Pravda” fornisce anche dettagliatissime prove:

  1. Le promesse dell’allora ministro degli Esteri della Repubblica Federale tedesca, Hans Dietrich Genscher, sono risultate registrate in un video del 31 Gennaio 1990 in un canale televisivo tedesco. «Abbiamo concordato, con l’Amministrazione dell’Unione Sovietica, che la NATO non amplierà il suo territorio verso Est – dichiara nitidamente nel video Genscher. Non ci sarà espansione della NATO da alcuna parte! (link al video)».
  2. Inoltre, se il Servizio stampa della NATO – che nega adesso le promesse e gli impegni di allora – volesse aprire il suo archivio digitale, leggerebbe la trascrizione del discorso del segretario generale dell’Alleanza, Manfred Woerner, fatto a Bruxelles, il 17 Maggio 1990: «Il mero fatto che siamo disposti a non schierare truppe della NATO al di fuori del territorio della Repubblica Federale Tedesca offre garanzie dirette di sicurezza all’Unione Sovietica», sono le parole precise di Woerner nella pagina web del blocco.
  3. I giornalisti statunitensi del “The Los Angeles Times”, hanno studiato anche loro gli archivi e hanno scoperto gli appunti che James Baker, allora segretario di Stato USA, prese durante i negoziati con Gorbaciov nel 1990: «La sfera delle facoltà della NATO non si muoverà di un pollice verso l’Est», aveva appuntato Baker.
  4. Se ancora queste prove non bastassero, l’esperto militare Victor Baranets, ricorda che il libro del consigliere speciale degli USA, Strobe Talbott, e del politologo statunitense, Michael Beschloss, include i protocolli degli accordi tra Gorbaciov e i rappresentanti del Paese nord americano. Tra quegli accordi figurano gli impegni dell’ex ministro della Difesa degli USA, Robert McNamara, di non ampliare la NATO in direzione di Mosca: «Gli Stati Uniti si sono impegnati a non ampliare mai la NATO verso l’Est, se Mosca accetta la riunificazione della Germania», queste le parole dell’allora alto rappresentante statunitense (link).

E… la NATO realizza strutture ed esegue esercitazioni militari a ridosso delle frontiere della Russia e non perde occasione per dichiarare che questo paese (la Russia appunto) rappresenta una “minaccia” per la propria sicurezza…

Ma sì, anche queste sono “Le Comiche”!

Extrapedia Autori
a cura della Redazione di Extrapedia


db/oggi_le_comiche.txt · Ultima modifica: 15/09/2021 20:18 da @Staff R.