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420 miliardi di risparmi a rischio bail-in

Cat. “Autori
Roberto Morini (fisico nucleare e filosofo)
01 maggio 2016

Parlare di finanza e di banche è sempre problematico, perché non si è mai certi di nulla, cioè non sai mai se le notizie riportate sono vere, oppure appositamente manipolate (George Soros docet), per disorientare gli investitori meno spregiudicati.

La prima cosa certa è che: qualcuno è seriamente interessato a depredarvi di tutto!

Dapprima sono stati colpiti i lavoratori dipendenti e i pensionati, i cui redditi si sono dimezzati automaticamente con l'ingresso dell'Euro (anche se superflue, si rammentano le ammissioni di Draghi fatte a Helsinki che si concretano in: “Con l'euro abbiamo dovuto impoverirvi”). In forza di questo espediente, molti sono stati costretti ad attingere ai propri risparmi, finiti i quali, sono sorti centinaia d'incettatori d'oro, pronti a raccattare le ultime risorse rimaste (probabilmente quelle più care), palesando, per l'ennesima volta, che l'impoverimento della popolazione è stato un qualcosa di voluto e, attentamente pianificato.

Ma non è bastato perché, sempre quel “qualcuno”, si è ricordato che magari potevate avere rimasto una casa, sulla quale pendeva un mutuo con delle rate arretrate. Non per negligenza vostra, ma per contingenza, perché su un altro versante gli “aggiustamenti” (la distruzione della domanda interna, che è costata e tuttora costa, in termini di vite umane e di benessere), vi hanno resi disoccupati. Ecco, allora, arrivare di corsa l'applicazione della Direttiva Europea n.17 del 2014, relativa al credito ipotecario, che agevola le vendite immobiliari forzose da parte delle banche, buttandovi senza alcun riguardo in mezzo alla strada.

Un grande favore, fatto proprio a quelle stesse banche, che vi hanno venduto, consapevolmente, titoli marci solo per incassare le provvigioni, senza che un qualsiasi legislatore li ponesse di fronte alle loro responsabilità. Salvati i banchieri disonesti e salvate le banche! Tanto, o con gli aiuti di Stato (sempre denaro dei cittadini, aiuti poi chiamati bail-out), o con l'azzeramento degli investimenti degli obbligazionisti, unito alla rapina dei risparmi dei clienti (o di quanto depositato sul conto, anche sotto i 100.000 euro, dato che il fondo di garanzia è praticamente vuoto) qualora risultino insufficienti le obbligazioni, il tutto chiamato bail-in, non falliranno mai. Anzi, con questi giochi di prestigio, sdoppiandosi anche in Good Bank e Bad Bank, quest'ultime diventano la classica “gallina dalle uova d'oro”, non riflettendo gli Npl il vero valore di mercato.

La seconda cosa certa è che: attraverso una catena di accorpamenti, di banche ne deve rimanere una sola.

Il punto, sulle due certezze sintetizzate, non verte sul “se” e sul “come”, ma sul “quando” saranno completamente traguardate. E, se il quadro non vi ancora chiaro, avete veramente bisogno d'aiuto… di un aiuto psichiatrico!

Ora, quello che segue, tratto da varie fonti, prendetelo col beneficio d'inventario perché, nonostante le rassicurazioni, pare siano oltre 420 miliardi di euro, i risparmi degli italiani, a rischio bail-in.

1 - Popolare di Vicenza: adesioni aumento intorno all'8%, Atlante avrà oltre il 90% del capitale.
«(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) – L’aumento di capitale della Popolare di Vicenza da 1,5 miliardi si è concluso con adesioni totali di poco superiori all’8% del capitale. È quanto si apprende da fonti finanziarie le quali riferiscono che il fondo Atlante avrà oltre il 90% del capitale dell’istituto. A sottoscrivere le quote alcuni investitori istituzionali italiani e alcune migliaia di risparmiatori che, quindi, si aggiungono ai circa 120mila soci dell’istituto vicentino. L’operazione è stata curata da: Mediobanca, JPMorgan, Deutsche Bank, Unicredit e Bnp Paribas, in qualità di banche collocatrici mentre Vitale & Associati ha assistito l’istituto. Con questi risultati – sottolineano le stesse fonti finanziarie – si pone ora il problema dell’ammissione a quotazione dei titoli da parte di Consob: se infatti dal punto di vista tecnico la soglia minima di flottante è assicurata, in termini pratici meno del 10% è nelle mani di operatori e risparmiatori per garantire il trading».

Come mai, per una “popolarucola” vicentina si scomodano niente meno che: Mediobanca, JPMorgan e Deutsche Bank? E, come mai con solo l'8%, senza il fondo Atlante, la Popolare di Vicenza sarebbe fallita mettendo in seri guai Unicredit?

2 - Bankitalia: Oltre 420mld di risparmi famiglie esposti al rischio bail-in.
«(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) – Ci sono in Italia 427 miliardi di risparmi delle famiglie, oltre il 10% della ricchezza finanziaria, esposti al potenziale rischio bail-in, la nuova procedura di salvataggio interno delle banche introdotta da gennaio con le regole europee ma già tristemente famosa nel nostro Paese per “l’antipasto” della risoluzione delle quattro banche che a novembre ha azzerato i bond subordinati emessi da quegli istituti. Lo indica la Banca d’Italia nel Rapporto sulla stabilità finanziaria. Il risparmio potenzialmente a rischio è quello che le famiglie detengono in depositi sopra i 100mila euro ma anche in obbligazioni bancarie, senior non garantite e, subordinate. I depositi oltre i 100mila euro sono stimati in 225 miliardi (5,6% della ricchezza delle famiglie), le obbligazioni senior non garantite ammontano a 173 miliardi (4,3%) e i bond subordinati a 29 miliardi (0,7% della ricchezza finanziaria). La fotografia è al 30 settembre. L’interesse delle famiglie italiane per i bond bancari, tra l’altro, era già in calo prima del bail-in per effetto, ricorda il rapporto di via Nazionale, dell’aumento dell’aliquota d'imposta dal 12,5 al 20% nel gennaio 2012 e al 26% dal luglio 2014».

Ora, si potrebbe pensare che, a stilare questo quadro catastrofico, sia una fonte autorevole (nel senso di seria): Bankitalia. Ma, questa è sempre quella che ha “chiuso la stalla dopo che sono scappati i buoi”, quando doveva vigilare attentamente sui quattro istituti suddetti. Va anche ricordato che è tutta in mani private (95%) e che detiene una consistente quota (14,57%) di BCE. Per questi motivi è lecito argomentare che non sia stata sprovveduta, ma in qualche modo direttamente interessata, nel caso appena citato. Per questo è stato anche detto che doveva essere azzerata!

3 - Intesa SP: Setefi verso cessione a fondi ICBPI, operazione da 1mld.
«(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) – Si avvicina alla chiusura la cessione di Setefi, la società del gruppo Intesa Sanpaolo specializzata nella gestione dei pagamenti elettronici, delle carte di credito e dei Pos. Nei giorni scorsi sono arrivate diverse offerte ma, secondo quanto risulta a Radiocor Plus, l’istituto guidato da Carlo Messina, ha deciso di proseguire la trattativa con i fondi di “private equity” Bain Capital, Advent International e Clessidra che hanno recentemente rilevato l’Istituto centrale delle banche popolari (Icbpi) e, di conseguenza, la controllata Cartasì. I tre investitori hanno superato la concorrenza di Sia, il gruppo che vede il Fondo strategico come primo azionista e in cui anche Intesa ha una piccola quota. La cessione dovrebbe avvenire a un prezzo di circa un miliardo di euro e, i tempi dell’ufficializzazione, dovrebbero essere brevi. Setefi gestisce la quasi totalità dei 15 milioni di carte di credito del gruppo Intesa Sanpaolo e poco meno di 400mila Pos per i pagamenti nei negozi. Solo nel 2015 ha gestito oltre un miliardo di operazioni per un controvalore superiore ai 100 miliardi di euro».

Vediamo la situazione da altre angolazioni: «È partita (male) la colletta di Atlante. Chiuso il Fondo: raccolti solo 4,25mld di euro, il governo puntava a 6mld. Intanto Penati (Alessandro Penati presidente del Fondo “Quaestio Capital Management”) si è preso il 90% di Popolare Vicenza per 1,3mld».

Non è iniziato col botto il fondo Atlante: i 67 investitori hanno versato 4,25 miliardi, nella forchetta bassa delle previsioni. Potrà essere ri-aperto con l’accordo dei due terzi del capitale. Il 30% andrà per i crediti marci, il resto per aumenti di capitale. Veneto Banca? «Devono venire loro da noi».

1 - Popolare Vicenza: offerta chiusa, Atlante oltre il 90%.
«(ANSA) – L’offerta della Popolare di Vicenza si è chiusa alle ore 13:00 e in base alle prime indicazioni al fondo Atlante andrà poco più del 90% del capitale della banca. È quanto riferiscono all’ANSA fonti vicine al dossier. Il restante è stato sottoscritto dai soci della banca che hanno seguito l’aumento – oltre 5 mila azionisti pari al 2,5% del capitale – mentre agli investitori istituzionali circa il 6,5%. Adesso il quesito passa alla Borsa italiana che lunedì dovrebbe esprimersi sull’ammissione alla quotazione».

2 - Popolare Vicenza: Atlante verserà circa 1,35mld.
«(ANSA) – Atlante dovrà versare circa 1,35 miliardi per sostenere l’aumento di capitale della Popolare di Vicenza. È quanto riferiscono fonti finanziarie al termine dell’offerta di collocamento delle azioni della banca. Il fondo, che ha 4,25 miliardi, come previsto dalla politica d’investimento non sottoscrive più del 75% di una singola operazione a meno che non sia necessario al fine del buon esito della stessa».

3 - Popolare Vicenza: Penati, con Atlante zero rischio bail-in.
«(ANSA) – “Con la presenza del fondo Atlante tutta la struttura del debito della Popolare di Vicenza è a rischio zero”. Lo ha detto il presidente del fondo Quaestio, Alessandro Penati, in conferenza stampa.Il fondo ha risorse finanziarie per sostenere l’operazione. Questo è il classico caso in cui c’era il rischio di bail-in che ora non c’è più“».

4 - Penati: rapporti con governo zero punto zero.
«(ANSA) – ”I nostri rapporti con il governo sono pari a zero punto zero. Ho incontrato il ministro Padoan una sola volta, non ho la più pallida idea di cosa facciano e di cosa possano fare”. Lo sottolinea il presidente di Quaestio Sgr, Alessandro Penati aggiungendo, riguardo alle misure attese nel decreto banche, chese diminuiscono i tempi di recupero dei crediti è un aiuto“».

Molto più diplomatico di Davide Serra, il finanziatore di Matteo Renzi, che chiedeva urgentemente a Renzi una legge per velocizzare la messa all'asta delle case sequestrate, ma il tema sul quale si spinge è sempre lo stesso.

5 - Banche: Atlante, in NPL almeno 30%, resto aumenti di capitale.
«(ANSA) – Almeno il 30% di Atlante sarà investito in non performing loans di “una pluralità di banche italiane, anche garantiti da asset”. È quanto emerge dalla presentazione del veicolo messo in campo da Quaestio Sgr. Fino al 70% del fondo – è spiegato – può investire in banche con ratio patrimoniali inferiori ai minimi stabiliti nell’ambito dello Srep, che quindi realizzino, su richiesta della Bce, interventi di rafforzamento tramite aumento di capitale.
A proposito degli Npl il presidente di Quaestio Sgr, Alessandro Penati ha sottolineato che “questo dogma per cui compriamo a valore di libro io non l’ho mai detto e non l’ho mai scritto. Dico semplicemente che c’è uno spread denaro/lettera 20/40 e bisogna ridurlo”.
Nei dettagli Atlante investirà in Non Performing Loans tramite tranche junior (occasionalmente mezzanine) e in cartolarizzazioni anche con forme di co-investimento. Previsti anche veicoli creati ad hoc, inclusi fondi di investimento aventi come sottostanti Npl ma anche beni immobiliari, mobiliari o altri diritti (anche non posti a garanzia) per operazioni di valorizzazione.
Dopo il 30 giugno 2017 tutta la quota del fondo non investita in banche potrà essere investita in Npl. Quanto, invece, agli investimenti nelle banche il fondo non sottoscrive più del 75% della singola emissione, a meno che la sottoscrizione di una quota maggiore sia necessaria ai fini del buon esito dell’operazione.
Sono poi possibili ulteriori investimenti in aumenti di capitale delle banche in portafoglio, se richiesti dall’Autorità di Vigilanza, fino al 30 giugno 2019 salvo che tali investimenti non facciano superare al fondo il limite massimo del 70% investibile in azioni bancarie. Sono preclusi investimenti che comportino l’obbligo di Opa. Il fondo non esercita, inoltre, attività di direzione e coordinamento sulle banche in cui partecipa e ha la possibilità di effettuare operazioni in partnership, o co-investimento, con altri investitori di qualsiasi tipo».

Torna alla ribalta l'interesse sugli Npl. Questo benchmark, cioè il “tesoretto” delle bad-bank, che solo per le quattro banche collassate a novembre, è stato valutato dagli esperti economisti attorno a un miliardo di euro e, tra le cordate formate dai colossi bancari, che si accapigliano cercando di metterci le mani sopra, guarda caso c'è anche JPMorgan…

6 - Banche, Fondo Atlante in rampa di lancio: raccolti 4,25mld da 67 investitori.
«(Paolo Paronetto per www.ilsole24ore.com) - Il fondo Atlante ha raccolto finora 4,25 miliardi da 67 investitori. È quanto emerge dalle slide di presentazione del fondo, che presentano i dati provvisori alle 17.30 di ieri. La chiusura era fissata alla mezzanotte di ieri. Il periodo di investimento del fondo è di 18 mesi, estendibile per altri 6 mesi, per concludere operazioni già in corso. Il target di rendimento è di circa il 6% annuo».

Significativa l'immagine che segue (purtroppo non ingrandibile), pubblicata dall'Ansa, dove in alto a sinistra (in rosso) c'è scritto “RISERVATO E CONFIDENZIALE”.

Il prospetto del Fondo Atlante pubblicato dal Messaggero.
«La cifra di 4,249 miliardi è stata fornita poi come definitiva da Paolo Petrignani, AD di Quaestio Capital Management, la società che gestisce il fondo. Petrignani ha sottolineato che il fondo potrà eventualmente essere riaperto in futuro con il via libera di almeno il 66,6% delle quote.
Il fondo ha una durata di 5 anni, estendibile di anno in anno per altri 3 anni. Il periodo d'investimento si chiuderà a novembre 2017. Per i successivi sei mesi e, quindi fino al maggio 2018, sarà possibile solo portare a termine operazioni già avviate. Poi, fino al 30 giugno 2019, il fondo potrà eventualmente partecipare ad aumenti di capitale di banche già in portafoglio che siano stati richiesti dalle autorità di vigilanza (senza superare il limite del 70% investito in azioni bancarie).
Fino al 29 aprile 2021 il fondo potrà infine compiere solamente operazioni di disinvestimento. Dopo quella data Atlante potrà essere prorogato di anno in anno per tre anni con il voto favorevole del 66,6% dell’assemblea degli azionisti.
Quaestio Capital Management, spiega la slide di presentazione, “non esercita direzione e coordinamento sulle banche, né le sottopone a direzione unitaria”, ma “voterà sulla nomina degli amministratori nelle assemblee delle banche partecipate dal fondo” e lo farà “attenendosi a stringenti requisiti d'indipendenza”.
Alessandro Penati, presidente di Quaestio, è poi intervenuto sulla vicenda della Banca Popolare di Vicenza: “C’era un ragionevole rischio bail-in e ora non c’è più”. Grazie alla partecipazione del fondo, ha sottolineato Penati, “la struttura del debito della Popolare di Vicenza ora è a rischio zero”. Atlante non intende essere azionista di lungo termine delle banche partecipate e punterà a “valorizzare e vendere” le partecipazioni acquisite in istituti in ristrutturazione».

Tra amministratori nominati da QCM e vendite di istituti “in ristrutturazione”, o da porre nelle condizioni d'essere ristrutturati (a scapito dei clienti), la strada è pianificata per arrivare ad avere, a livello mondiale: UNA SOLA BANCA!

Extrapedia Autori
a cura della Redazione di Extrapedia


db/rischio_bail-in.txt · Ultima modifica: 17/08/2021 11:53 da @Staff R.